Poco fa mi è capitato di leggere un articolo pubblicato sul "Giornale di Sicilia" che è a dir poco sconcertante sia perché dimostra la pochezza delle conoscenze in tema di obblighi, di doveri e di procedure di chi ha fatto quelle dichiarazioni, sia per l'atteggiamento velleitario e quasi di guerriglia urbana dei suoi contenuti.
Il titolo del pezzo recita :
"Concorso nullo, i presidi 3 giorni
di ferie per protesta" .
Nel corpo dell'articolo si apprende che i c.d. vincitori avrebbero intenzione, per protesta, di mettersi tre giorni in ferie "senza lasciare deleghe ai vicari, esempio concreto di ciò che succederebbe se i vertici di un terzo delle scuole siciliane venissero decapitati".
A dire ciò, che qualifico un' eresia, è il capo del coordinamento dei c.d. "vincitori" prof. Giampiero Finocchiaro, il quale ribadisce che, nell'amministrazione delle attività di questi 426 c.d. "vincitori", ci sarebbero coinvolte ben 400.000 persone.
Mettendo da parte i numeri che possono solo apparire ridicoli ad una analisi anche solo superficiale, appare, invece, più opportuno mettere in risalto l'assurdità dell'azione proposta dal prof. Finocchiaro e dai suoi rappresentati.
Punto primo. Il Dirigente scolastico se va in ferie deve darne immediata comunicazione all'ufficio competente indicando anche al predetto ufficio che le funzioni di dirigenza durante la sua assenza, saranno svolte dal suo collaboratore che, vorrei ricordare al prof. Finocchiaro, non si chiama più vicario, ma collaboratore con delega alla sostituzione.
Punto secondo. Il dirigente non può affermare di andare in ferie senza permettere l'esercizio della delega, perché tale delega è stata già a suo tempo comunicata all'atto della nomina al competente ufficio e perché, per legge, durante l'assenza del dirigente le sue funzioni, TUTTE, vanno esercitate dal collaboratore o collaboratori con le dovute deleghe. Il Dirigente per dare attuazione al suo disegno criminoso (perché tale è, poiché viola diverse norme del codice penale), dovrebbe revocare, motivandolo, la delega a suo tempo disposta e comunicata all'amministrazione.
Punto terzo. Forse il prof. Finocchiaro non sa che, qualora riuscisse ad attivare la sua ipotesi, dovrebbe rispondere del reato di interruzione di pubblico servizio che non avrebbe bisogno di ulteriore istruttoria grazie al contenuto delle sue dichiarazioni riportate nel predetto giornale.
Punto quarto. Il dirigente in questione non sa, o mostra ovviamente di non sapere, che dovrà risponderne anche sotto il profilo disciplinare e, qualora il Direttore regionale non procedesse nei suoi confronti, sarebbe anch'egli coinvolto e responsabile sia per il reato di omissione in atti d'ufficio, sia per violazione degli obblighi in tema dell'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione disciplinare.
La inviterei pertanto, prof. Finocchiaro, che conosco come persona perbene, attenta ed onesta, a lasciar perdere i suoi propositi poiché, nel caso contrario, Lei e tutti quelli che la seguiranno, sono certo, saranno denunziati all'autorità giudiziaria ed alla Direzione generale ed al Ministro della Pubblica Istruzione,il quale riceverà copia dell'articolo del giornale cui ho fatto riferimento (Giornale di Sicilia, 1 dicembre 2009, pag. 10)
Giuseppe D'Urso
Il titolo del pezzo recita :
"Concorso nullo, i presidi 3 giorni
di ferie per protesta" .
Nel corpo dell'articolo si apprende che i c.d. vincitori avrebbero intenzione, per protesta, di mettersi tre giorni in ferie "senza lasciare deleghe ai vicari, esempio concreto di ciò che succederebbe se i vertici di un terzo delle scuole siciliane venissero decapitati".
A dire ciò, che qualifico un' eresia, è il capo del coordinamento dei c.d. "vincitori" prof. Giampiero Finocchiaro, il quale ribadisce che, nell'amministrazione delle attività di questi 426 c.d. "vincitori", ci sarebbero coinvolte ben 400.000 persone.
Mettendo da parte i numeri che possono solo apparire ridicoli ad una analisi anche solo superficiale, appare, invece, più opportuno mettere in risalto l'assurdità dell'azione proposta dal prof. Finocchiaro e dai suoi rappresentati.
Punto primo. Il Dirigente scolastico se va in ferie deve darne immediata comunicazione all'ufficio competente indicando anche al predetto ufficio che le funzioni di dirigenza durante la sua assenza, saranno svolte dal suo collaboratore che, vorrei ricordare al prof. Finocchiaro, non si chiama più vicario, ma collaboratore con delega alla sostituzione.
Punto secondo. Il dirigente non può affermare di andare in ferie senza permettere l'esercizio della delega, perché tale delega è stata già a suo tempo comunicata all'atto della nomina al competente ufficio e perché, per legge, durante l'assenza del dirigente le sue funzioni, TUTTE, vanno esercitate dal collaboratore o collaboratori con le dovute deleghe. Il Dirigente per dare attuazione al suo disegno criminoso (perché tale è, poiché viola diverse norme del codice penale), dovrebbe revocare, motivandolo, la delega a suo tempo disposta e comunicata all'amministrazione.
Punto terzo. Forse il prof. Finocchiaro non sa che, qualora riuscisse ad attivare la sua ipotesi, dovrebbe rispondere del reato di interruzione di pubblico servizio che non avrebbe bisogno di ulteriore istruttoria grazie al contenuto delle sue dichiarazioni riportate nel predetto giornale.
Punto quarto. Il dirigente in questione non sa, o mostra ovviamente di non sapere, che dovrà risponderne anche sotto il profilo disciplinare e, qualora il Direttore regionale non procedesse nei suoi confronti, sarebbe anch'egli coinvolto e responsabile sia per il reato di omissione in atti d'ufficio, sia per violazione degli obblighi in tema dell'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione disciplinare.
La inviterei pertanto, prof. Finocchiaro, che conosco come persona perbene, attenta ed onesta, a lasciar perdere i suoi propositi poiché, nel caso contrario, Lei e tutti quelli che la seguiranno, sono certo, saranno denunziati all'autorità giudiziaria ed alla Direzione generale ed al Ministro della Pubblica Istruzione,il quale riceverà copia dell'articolo del giornale cui ho fatto riferimento (Giornale di Sicilia, 1 dicembre 2009, pag. 10)
Giuseppe D'Urso