RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L'INTERVENTO DEL SEN. CRISTALDI SULLAQUESTIONE DS: I PRESIDI VINCITORI NON POSSONO ORA DIVENTARECASSINTEGRATI...
CASSA INTEGRAZIONE DIRIGENTI
Sull'ordine dei lavori (ore 15,12).
NICOLÒ CRISTALDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, lei ha appena annunciato il provvedimento del Governo n. 170 del 2009, Pag. 2 recante disposizione correttiva del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, convertito dalla legge n. 167 del 2009.
Vorrei far rilevare come questo provvedimento sia il risultato di una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana che, come si sa, in quella regione, sostituisce il Consiglio di Stato. Tale sentenza, di fatto, annulla un concorso al quale hanno partecipato migliaia di persone e del quale sono risultate vincitrici 420 persone.
I 420 vincitori erano titolari di cattedra. Nel momento in cui sono stati immessi in servizio come dirigenti scolastici hanno, naturalmente, perso il diritto di essere docenti della scuola italiana. L'annullamento del concorso ha causato un paradosso: questi cittadini italiani si sono resi colpevoli di aver vinto un concorso. Infatti, aver vinto un concorso, che è stato annullato, ha significato per loro la perdita del posto di lavoro: non possono tornare docenti in quanto, nel frattempo, i 420 posti che sono stati lasciati liberi sono stati occupati da altri. Cosa accadrà da questo punto di vista? Non si sa.
Mi permetto di affermare, tra l'altro, con tutto il rispetto per le istituzioni che hanno lavorato in tal senso, che questo provvedimento è mortificante per la Camera e per il Senato della Repubblica, stante che una norma che era stata approvata dalla Camera e dal Senato in un certo senso risolveva la questione. Così è stato e alla fine poco importa: questo è il momento in cui ci troviamo e questo è l'argomento di cui trattiamo, ma il Governo deve porsi il problema di cosa fare di queste persone. Non è possibile che in Italia si vinca un concorso e quindi si lasci il posto precedente, poi tutto ad un tratto si diventa disoccupati. Evidentemente, tutto questo non può che portare tensione nel mondo della scuola.
Questa mia Sicilia ne subisce di tutti colori: sembra che persino avere il Consiglio di giustizia amministrativa, prerogativa dell'autonomia speciale della regione, rappresenti un danno. Infatti, se la sentenza fosse stata emessa dal Consiglio di Stato si sarebbe applicata in tutto il territorio italiano, ma essendo stata emessa dal Consiglio di giustizia amministrativa si applica soltanto in Sicilia, cosicché l'episodio a Bolzano non comporta alcun danno, mentre in Sicilia sì.
Vorrei quindi pregarla, signor Presidente, di comunicare al Governo questa presa di posizione, che non è personale, ma è anche il frutto del ragionamento di numerosissimi parlamentari siciliani, affinché si trovi una soluzione di carattere politico e legislativo e affinché non venga mortificata un'intera classe di docenti che ha avuto la pretesa di partecipare - vincendolo - ad un concorso.
PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, lei comprenderà che la Presidenza non può farsi interprete di istanze; lei lo ha fatto direttamente, visto che il rappresentante del Governo è presente in Aula.
Non ometto, comunque, di dirle che comprendo le ragioni del suo intervento, che potranno essere rappresentate nella sede appropriata, vale a dire in Commissione durante l'iter dei lavori del provvedimento. Quando il provvedimento sarà esaminato in Aula, naturalmente, lei e chiunque altro ne avrà interesse potrete intervenire nel merito. La ringrazio comunque per la sua riflessione.
Sull'ordine dei lavori (ore 15,12).
NICOLÒ CRISTALDI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, lei ha appena annunciato il provvedimento del Governo n. 170 del 2009, Pag. 2 recante disposizione correttiva del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, convertito dalla legge n. 167 del 2009.
Vorrei far rilevare come questo provvedimento sia il risultato di una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana che, come si sa, in quella regione, sostituisce il Consiglio di Stato. Tale sentenza, di fatto, annulla un concorso al quale hanno partecipato migliaia di persone e del quale sono risultate vincitrici 420 persone.
I 420 vincitori erano titolari di cattedra. Nel momento in cui sono stati immessi in servizio come dirigenti scolastici hanno, naturalmente, perso il diritto di essere docenti della scuola italiana. L'annullamento del concorso ha causato un paradosso: questi cittadini italiani si sono resi colpevoli di aver vinto un concorso. Infatti, aver vinto un concorso, che è stato annullato, ha significato per loro la perdita del posto di lavoro: non possono tornare docenti in quanto, nel frattempo, i 420 posti che sono stati lasciati liberi sono stati occupati da altri. Cosa accadrà da questo punto di vista? Non si sa.
Mi permetto di affermare, tra l'altro, con tutto il rispetto per le istituzioni che hanno lavorato in tal senso, che questo provvedimento è mortificante per la Camera e per il Senato della Repubblica, stante che una norma che era stata approvata dalla Camera e dal Senato in un certo senso risolveva la questione. Così è stato e alla fine poco importa: questo è il momento in cui ci troviamo e questo è l'argomento di cui trattiamo, ma il Governo deve porsi il problema di cosa fare di queste persone. Non è possibile che in Italia si vinca un concorso e quindi si lasci il posto precedente, poi tutto ad un tratto si diventa disoccupati. Evidentemente, tutto questo non può che portare tensione nel mondo della scuola.
Questa mia Sicilia ne subisce di tutti colori: sembra che persino avere il Consiglio di giustizia amministrativa, prerogativa dell'autonomia speciale della regione, rappresenti un danno. Infatti, se la sentenza fosse stata emessa dal Consiglio di Stato si sarebbe applicata in tutto il territorio italiano, ma essendo stata emessa dal Consiglio di giustizia amministrativa si applica soltanto in Sicilia, cosicché l'episodio a Bolzano non comporta alcun danno, mentre in Sicilia sì.
Vorrei quindi pregarla, signor Presidente, di comunicare al Governo questa presa di posizione, che non è personale, ma è anche il frutto del ragionamento di numerosissimi parlamentari siciliani, affinché si trovi una soluzione di carattere politico e legislativo e affinché non venga mortificata un'intera classe di docenti che ha avuto la pretesa di partecipare - vincendolo - ad un concorso.
PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, lei comprenderà che la Presidenza non può farsi interprete di istanze; lei lo ha fatto direttamente, visto che il rappresentante del Governo è presente in Aula.
Non ometto, comunque, di dirle che comprendo le ragioni del suo intervento, che potranno essere rappresentate nella sede appropriata, vale a dire in Commissione durante l'iter dei lavori del provvedimento. Quando il provvedimento sarà esaminato in Aula, naturalmente, lei e chiunque altro ne avrà interesse potrete intervenire nel merito. La ringrazio comunque per la sua riflessione.