Come ogni anno, in
questo periodo si ripete quello che, ormai, è quasi un rito per
l’Italia intera (padania compresa!) : tutti i mass-media si occupano
degli Esami di Stato che,
comunque, per la stragrande maggioranza degli italiani sono e saranno
sempre conosciuti come Esami di
Maturità.
I principali telegiornali (pubblici e privati) e quotidiani (da nord a
sud, indipendentemente dal loro schieramento politico) forniscono
informazioni statistiche (sul numero di studenti e docenti coinvolti,
sulla percentuale di non ammessi, sulle previsioni delle promozioni e/o
bocciature ecc …) sull’esame di diploma che, a detta degli psicologi, è
l’evento che ogni individuo non dimenticherà mai più per tutta la sua
vita.
Questo articolo non contiene,
volutamente, indiscrezioni e/o dritte sugli argomenti delle prove
d’esame, vuol essere soltanto lo spunto per riflettere insieme su
questo tema: L’Esame
di Maturità.
Siamo perfettamente coscienti che l’attuale situazione che coinvolge
tutto il mondo della scuola (non solo, quindi, la secondaria superiore)
è molto critica, soprattutto riguardo tagli e riforme che non tengono
nel giusto conto le conseguenze didattiche e pedagogiche che ci saranno
già a partire dal prossimo settembre.
Su questo argomento il nostro sito ha sempre cercato di dar voce a
tutte le opinioni e le proposte che man mano vengono fatte e,
naturalmente, il nostro impegno continuerà sempre in tal senso poiché
c’è ancora molto da dibattere e (speriamo) da cambiare sia sui tagli
che sulla riforma scolastica.
Chi scrive è un docente direttamente coinvolto (come commissario
esterno) in una delle tante commissioni di esame e, come tale, credo di
poter affermare senza tema di smentita che, almeno questa tipologia di
esame – basata sulla commissione mista – si può considerare idonea
poiché riesce, con il giusto grado di serenità ed, al contempo, di
serietà, a valutare il livello di preparazione dei vari candidati.
Tale considerazione scaturisce da una mia rilevazione statistica fatta
proprio in questo periodo intervistando i colleghi delle varie
discipline coinvolte in questi esami di maturità.
Praticamente, tutti concordano sul fatto che la composizione della
commissione (ricordiamo che ogni singola commissione esamina due quinte
classi) formata equamente da 3 docenti esterni, da altrettanti docenti
interni e (dulcis in fundo) dal presidente anch’esso esterno, è
sicuramente quella che meglio assicura il giusto risultato ai
diplomandi.
Da questa mia inchiesta emerge, però, una nota che credo sia onesto e
corretto riportare qui e che riguarda i
criteri con cui vengono nominati i presidenti delle varie commissioni.
Tipicamente il presidente di commissione è, in genere, un preside di un
altro istituto secondario superiore, ma (com’è facilmente intuibile,
facendo un semplice calcolo aritmetico) il numero globale di presidi
disponibile non è sufficiente a coprire il fabbisogno, per cui vengono
nominati anche i presidi delle scuole medie inferiori ed, essendo
questi ultimi ancora in numero insufficiente, si procede anche alla
nomina di quei docenti delle superiori che vantano titoli particolari
(tipo vice-preside e collaboratori della presidenza).
Bene, da questa mia indagine emerge senza ombra di dubbio che questi
criteri non sempre si rivelano ottimali poiché (lo si è constatato sul
campo), ad esempio, non è sufficiente essere preside alla media per
coordinare bene i lavori della commissione se non si è mai partecipato
in prima persona ad un esame di stato.
Si commettono errori (in buona fede, sia chiaro!) e/o sviste che alla
fine vengono pagate dagli studenti. Ed è proprio agli studenti che
penso nello scrivere queste righe: tutte le componenti coinvolte devono
far sì che ogni individuo si senta valorizzato e gratificato per quello
che dimostra di conoscere e saper fare.
In conclusione, ritengo che da questa indagine emerga una chiara
proposta per gli addetti del CSA
preposti alla formazione ed alla nomina dei membri delle commissioni
(apro questa parentesi per esprimere loro la mia più profonda
ammirazione e solidarietà perché anche quest’anno – più che negli anni
passati – sono stati costretti ad un vero e proprio tour de force,
lavorando fino a tarda sera, per reclutare nuovi commissari viste le
numerose defezioni registrate in decine di commissioni).
Il primo e più importante criterio nel
nominare il presidente di una commissione per l’esame di maturità
dovrebbe essere basato sull’effettiva esperienza (almeno decennale)
quale commissario d’esame.
Probabilmente, questa proposta provocherà qualche disappunto, però
credo sia venuto il momento di parlarne pubblicamente visto che questo
problema viene affrontato e dibattuto ogni anno soltanto dagli addetti
ai lavori (per poi finire in un nulla di fatto).
È opportuno aprire qui un dibattito per dare a tutti la possibilità di
esprimere – tramite il nostro sito – le varie proposte e/o critiche.
Grazie anticipato a tutti per la collaborazione.
Salvatore Di Masi
sal.dimasi@tiscali.it