Intervento del Presidente Napolitano
alla cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011-2012
Palazzo del Quirinale, 23/09/2011
(…)Celebrando il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, ho messo in
evidenza come dalla nostra storia ricaviamo motivi di orgoglio per
quello che abbiamo costruito e di fiducia per come l'Italia ha saputo
superare momenti drammatici, prove molto dure e difficili. Ma
riflettendo sul passato, sul lungo cammino percorso e soprattutto
sull'oggi, dobbiamo sapere che è venuto un altro di quei momenti in cui
bisogna riuscire a fare egualmente un grande sforzo - noi italiani, noi
Italia unita - per garantirci un degno futuro, per garantirlo alle
generazioni più giovani.
E' in questo spirito che il mondo della scuola ha ripercorso i nostri
150 anni di storia unitaria, ha contribuito ai festeggiamenti, alle
iniziative di riflessione, di studio, di dibattito per il
Centocinquantenario. Ed è stato un contributo determinante e
straordinario : non potremmo parlare di una grande risposta collettiva,
di una grande mobilitazione come quella che c'è stata in tutto il
paese, senza il vostro apporto di idee e di energie, senza l'entusiasmo
da voi profuso - da voi studenti, insegnanti, dirigenti e collaboratori
scolastici, e penso ad attività didattiche promosse finanche da docenti
delle scuole dell'infanzia. Avete mostrato grande convinzione ideale
nel riconfermare il valore storico e attuale di un'Italia unita,
rispettosa dei principi democratici incardinati nella nostra
Costituzione, capace di contare nel mondo d'oggi. Mi unisco perciò al
ministro Gelmini nel ringraziarvi di cuore per tutto ciò, vedendo come
questa cerimonia confermi il vostro impegno.
Venendo alla situazione generale del nostro paese, credo che nemmeno in
questa luminosa giornata possiamo nasconderci il fatto che il 2011 è
stato un anno estremamente difficile, e non solo per l'Italia. Penso
che nelle vostre case il peso delle gravi difficoltà che l'Italia sta
affrontando si sia fatto sentire e si avverta il rischio cui è esposto
il paese nel quadro europeo. (…)
Sono convinto che anche i più giovani tra voi abbiano compreso che la
serenità, il benessere non solo in seno alla famiglia, ma anche nella
società e nel Paese, sono solo in piccola parte un regalo della buona
sorte o qualcosa di acquisito per sempre, ma sono invece soprattutto il
frutto di una conquista quotidiana che premia il nostro impegno, la
comprensione e la tolleranza nei confronti degli altri, la capacità di
lavorare insieme, la competenza con cui sappiamo risolvere problemi, il
desiderio di aprire nuove prospettive. Tutto ciò si impara anche e
soprattutto a scuola. In questo processo, un ruolo importante è svolto
anche dalle famiglie. Con il loro supporto, la scuola costituisce un
motore fondamentale del rinnovamento etico e del benessere dell'intera
società.
È giusto e necessario che, nella scuola come in ogni altro ambito, il
merito sia premiato, ma bisogna anche che sia reso possibile e
promosso. Non si possono contrapporre il perseguimento
dell'uguaglianza, da una parte, e la valorizzazione del merito,
dall'altra. (…) Le eccellenze, una volta emerse, vanno
accompagnate nella loro crescita: perciò si deve apprezzare
l'iniziativa che consentirà a quegli studenti, che non solo hanno
ottenuto ottimi risultati all'esame di maturità ma che hanno anche
superato speciali test, di frequentare - sostenuti da borse di studio -
Università e centri di ricerca fuori sede.
(…) Dobbiamo dare a tutti i talenti l'occasione di esprimersi, dobbiamo
avere sempre più giovani che ricevano nelle nostre scuole e nelle
nostre Università una formazione che regga nel confronto
internazionale. La qualità della formazione garantita in non pochi casi
dai nostri Atenei è dimostrata dal fatto che cresce il numero di
studenti stranieri nelle Università italiane. Ma c'è l'altra faccia
della medaglia, cioè il dato davvero preoccupante dei troppi bravi
nostri laureati che per necessità lasciano ogni anno il nostro paese,
non trovando lavoro qui, e che nonostante recenti provvidenze di legge
difficilmente poi rientrano.
Tocchiamo così il duplice problema che ci preme guardando ai giovani :
una scuola sempre migliore e possibilità di occupazione effettiva e
qualificata, in Italia, per quanti abbiano acquisito una buona
formazione. Una scuola aperta e migliore, una scuola inclusiva, che
accoglie come è giusto i bambini di ogni colore figli
dell'immigrazione, una scuola moderna, richiede una quota adeguata di
risorse nell'ambito del bilancio dello Stato.(…)
E tenendo conto di ciò, credo vadano valutate con obbiettività - pur
nella legittimità di ogni critica - le decisioni cui si è riferita il
Ministro Gelmini in materia di assunzioni nella scuola e di spese per
il suo finanziamento ordinario ; nonché l'impegno lungamente atteso per
un maggiore riconoscimento, per un più degno trattamento, dei docenti
di ogni ordine di scuola.
Ma proprio nell'affermare criteri di massimo rigore e di effettiva
produttività nella spesa pubblica, nel mettere mano a una sua profonda
revisione e selezione, è possibile e necessario stabilire un nuovo
ordine di priorità, nel quale non sia riservata alla scuola una
collocazione riduttiva, attribuendo una quota chiaramente insufficiente
alle risorse per l'istruzione, l'alta formazione, la ricerca. (…)
Ebbene, per darci una solida e duratura prospettiva di crescita voi
offrite la risorsa più preziosa, quella che chiamiamo capitale umano.
Abbiatene cura voi stessi, ragazze e ragazzi, e con voi gli insegnanti
e le famiglie. Ne abbia cura chi è chiamato a rappresentarvi nelle
istituzioni, nella politica, nelle relazioni internazionali. Forte è
l'iniezione di fiducia che viene da un incontro come quello di oggi :
che ne viene per me, per quanti si sono come me rivolti a voi, e, ne
sono certo, per voi stessi, per ciascuno di voi.
(a cura di G. Sicali)
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