
Mentre rifletto, mi ritrovo già dentro la scuola, un collaboratore scolastico mi indica l’aula magna, sa già il motivo per cui sono lì. Sono leggermente in ritardo, tre persone sono intente a chiamare l’appello, mi trovo davanti ad un centinaio di persone, di tutte le età, riconosco molti colleghi, alcuni già in pensione, altri giovani precari, mi sembra di essere tornata ai tempi delle convocazioni in Provveditorato per l’incarico annuale. Il mio primo istinto è stato quello di andar via, continuavo a chiedermi perché una come me con un curricolo degno di riguardo si presta a questa messinscena. Mi piace insegnare, ho perfezionato il mio insegnamento nelle diverse azioni dei PON: C1, C4, B1. Fare l’esperta è un arricchimento personale, conoscere nuove scuole, nuovi colleghi, alunni di diverso ordine di scuola, non disdicendo l’aspetto economico. Le colleghe, almeno credo che siano tali, continuano a chiamare l’appello, scopro che sono due i moduli esaminati quel giorno e tre sono stati presi in esame il giorno precedente, molti gli assenti, d’altronde l’informazione era solo sul sito della scuola, nessuna telefonata o e-mail personale, alcuni docenti impegnati per gli scrutini, vengono depennati dall’elenco. Solo del mio modulo siamo circa sessanta molti di più per l’altro modulo. Esco e mi siedo in macchina, voglio andare via ma la curiosità mi trattiene voglio vedere in cosa consiste il colloquio, molti vanno via per impegni di lavoro, non pensavano di perdere tanto tempo, io decido di restare quel pomeriggio non ho preso altri impegni. Rientro e trovo le tre “colleghe”, che chiamano in ordine alfabetico da due elenchi, dopo circa trenta minuti sento il mio cognome, mi incammino insieme ad altri due colleghi verso una classe al piano superiore. Una docente mi fa accomodare su una sedia posta davanti a una fila di banchi sistemati tipo esami di stato, sette persone da una parte, gli esaminatori, tre dall’altra, gli esaminati. Guardo le due docenti sedute davanti a me, una ha la mia stessa età, l’altra più giovane, mi chiedo cosa insegnano, vengo distratta dalla voce della collega giovane che mi chiede perché mi trovo lì. Avrei voluto rispondere con una battuta ma mi trattengo e dico della mia esperienza ultra decennale con i PON e del mio amore per l’insegnamento. L’altra collega mi chiede un motivo per cui dovrebbero scegliere me. Bella domanda, rispondo, avete il mio curricolo, vedete le mie esperienze pregresse, forse si va a simpatia? Ultima domanda, cosa penso di lasciare agli alunni finita l’esperienza. Rispondo in modo telegrafico e sicuro: L’amore per la mia disciplina e per la scuola. Finito il colloquio, saluto e…avanti un altro.
Prof.ssa Angela Giardinaro