L’ambiente è molto deteriorato e la Sicilia, rispetto anche a soli 200 anni fa, per cause antropiche è adesso quasi priva della vegetazione boschiva al di sotto dei 1200 m di quota, che invece prima ricopriva diffusamente la nostra regione, nonostante il clima non sia mutato rispetto a 400-500 anni fa. Ed allora è da chiedersi cosa resterà di noi alle generazioni future se continuiamo imperterriti in questa direzione. È quindi auspicabile che nelle scuole la materia di studio fondamentale per tutti gli alunni di ogni tipo di scuola diventi l’ecologia applicata, in modo da avere ognuno una seppure parziale conoscenza dei delicati equilibri ecologici che regolano il nostro bellissimo quanto fragile pianeta. Con una maggiore sensibilità verso l’ambiente scopriremo pure che i problemi della nostra regione non sono veramente quelli del bilancio, della criminalità e del lavoro, poiché questi invero, ad un esame attento, sono il riflesso dei danni antropici all’ambiente con la riduzione fortissima della vegetazione, della dispersione dei rifiuti, dell’incuria dell’intorno e della conseguente disarmonia tra l’uomo e la natura. Questa disarmonia poi col trascorrere del tempo è peggiorata anche a causa dell’assuefazione della maggioranza di noi nel vivere in un ambiente sempre più degradato, desertico, sovente in mezzo alla sporcizia e all’immondizia. È come se in Sicilia fosse stata fatta un’operazione di desertificazione emozionale, una sorta di vaccinazione di massa che rende insensibili a ciò che ci circonda, senza comprendere, sfortunatamente per noi, che stiamo andando verso il precipizio della nostra stessa rovina, poiché l’uomo per la sua vita è interamente dipendente dalla Natura.
Il paese di Motta S.Anastasia, dove vivo, costituisce un esempio del deterioramento ambientale, poiché a causa di una criticabile e non previdente politica ospita nel suo territorio la più grande discarica siciliana, che con l’ulteriore richiesto ampliamento forse diverrà, a questo punto, la più grande d’Europa.
In pratica un vastissimo territorio corre il rischio d’essere distrutto e trasformato in un’immensa discarica, ed ogni cittadino del paese è ormai spettatore della sistematica e forse voluta distruzione del territorio collinare circostante abbandonato dall’agricoltura, e costretto a respirare l’aria piena di sostanze volatili nocive e sgradevoli avvertibili in specie nelle prime ore della mattina.
Intanto e così col guadagno di pochi (per ogni tonnellata di rifiuti i Comuni versano alla discarica circa 108 euro) si compromettono sempre più irrimediabilmente un intero territorio, la vita di migliaia di cittadini, la salubrità dell’ambiente e la salute.
È evidente a questo punto che ciò è il frutto del fallimento di un certo tipo di politica suicida e antinaturale, schiava del capitale e degli egoismi, che non ricerca il vero sviluppo e progresso ovvero l’integrazione delle varie attività umane, culturali, sociali ed economiche all’ambiente, all’agricoltura e alla Natura, tant’è che non riesce nemmeno a scorgere le soluzioni più adeguate e molto più redditizie, così come avviene in altri luoghi d’Italia dove ormai la discarica e l’inceneritore non esistono quasi più e i rifiuti da problema sono una risorsa e lavoro per molti ( esempio: nuove tecnologie del trattamento dei rifiuti, come ad esempio il TMB ed altri adottati nel paese di Vedelago).
La rischiosa azione dell’uomo, che è poi la manifestazione del disamore verso sè stesso, sono sotto gli occhi di tutti: le colline attorno a Motta S. Anastasia, Misterbianco e Catania sono ridotte a quasi un deserto e gli incendi con l’impoverimento della vegetazione sono ormai inseriti in una sistematica e forse voluta distruzione ambientale e paesaggistica e quindi di esse, se si continua così, non rimarrà più nulla ai posteri.
Se poi a questo aggiungiamo le attività estrattive, i movimenti terra e il moto – cross, che avvengono in tale territorio, sia senza alcun controllo e sia con il controllo degli Enti locali e regionali, ne viene fuori un quadro davvero sconsolante e poco promettente per il futuro del luogo e della Sicilia intera, che definire grave è poco. Fortunatamente siamo ancora in tempo per trasformare tale deteriorata situazione ambientale con la riconversione a sistemi moderni delle attività estrattive e di discarica e soprattutto con la riqualificazione a verde del territorio, semprechè l’uomo decida di salvare sé stesso e di scegliere lo sviluppo e il progresso integrali od olistici inclusivi di tutti gli aspetti della vita e della Natura..
Marcello Castroreale - Motta S. Anastasia
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