
Sempre l’art. 20 dell’Agenda digitale, inoltre, abrogherebbe l’intero art. 5 della legge 30 ottobre 2008 n. 169, che imponeva adozioni per 5 e 6 anni.
Ma non finisce qui! Lo Stato stabilirà anche una quota parte che le famiglie dovranno versare alle scuole all’atto dell’iscrizione, per le edizioni elettroniche o miste…
In tutta onestà non si capisce che tipo di evoluzione digitale ci sia in questi provvedimenti. Bisognerà comunque porsi la classica domanda: “cui prodest”? Queste modifiche sono fatte a beneficio degli editori, di quei 4 grandi gruppi industriali editoriali che forse avevano fatto male i conti prima, in regime berlusconiano (ricordiamo che il premier è proprietario di uno di questi imperi editoriali)? Perché non comprendiamo proprio che vantaggio ne avranno i docenti, gli studenti, le famiglie…
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