La
scuola italiana continua ad essere terreno di reperimento di risorse
anziché motore della risposta alla crisi economica che ormai affligge
da anni i paesi occidentali. E questo malgrado anni di tagli abbiano
dimostrato che senza un investimento sulle nuove generazioni, e quindi
sulla scuola, non può esserci nessuna risposta positiva alla crisi,
che, infatti, continua a colpire pesantemente il nostro paese. Le poco
più che 11.000 immissioni in ruolo non coprono, nemmeno alla lontana,
pensionamenti che ci sono stati quest'anno nella scuola italiana e ciò
conferma che su di essa si continua a tagliare piuttosto che a
investire, al netto delle speculazioni propagandistiche che
accompagnano i provvedimenti di arruolamento e che non ingannano
certamente gli addetti ai lavori, docenti e famiglie. L’ultimo concorso
poi si è guadagnato l'appellativo di “concorso-truffa” visto lo spreco
di risorse, la mancanza di cattedre e il conseguente caos giuridico
generato.
Tuttavia, pur essendo coscienti del fatto che i tagli lineari che hanno
colpito la scuola, almeno dal 2006 ad oggi, siano le vere cause
dell’aggravio dei problemi che affliggono la scuola italiana e della
perdita di un lavoro seppure instabile per centinaia di migliaia di
lavoratori, i precari siciliani hanno ritenuto “strategico” portare in
evidenza delle proposte. Alcune sono proposte tecniche a “costo zero”
per il Governo, o impugnabili per via giudiziaria, e potrebbero ridare
speranza di miglioramento alla loro condizione lavorativa, o ridare
un’occupazione a chi l’aveva già.
Le Proposte della “RETE PRECARI SCUOLA SICILIA”, da portate a
conoscenza delle forze politiche presenti in Parlamento, sia di
maggioranza che di opposizione sono:
- Trasformazione di tutte le cattedre dell’organico di fatto in
organico di diritto;
- Abolizione dell’obbligo da parte dei dirigenti scolastici di
assegnare gli spezzoni inferiore alle 7 ore ai docenti interni;
- Scorporo degli alunni diversabili gravi dal calcolo del rapporto ½
docente-alunni, su base provinciale;
- Richiesta di monitoraggio delle classi con un numero di alunni
superiore alle 27 unità, che oltre a rappresentare un ostacolo per
l’apprendimento sono un grosso rischio per la sicurezza degli alunni.
Analizzando ciascuna delle suddette proposte si specifica:
In riferimento alla
prima proposta, risulta evidente, oltre a mettere fine al
precariato per decine di migliaia di lavoratori, che la riconduzione a
cattedra di diritto di tutto l’organico limiterebbe fortemente, nelle
scuole, il turn over annuale dei docenti dovuto alla scadenza del
contratto a tempo determinato, a favore della continuità didattica e
quindi della qualità, con un aggravio, tutto sommato, contenuto da
parte dello Stato visto che, in ogni caso, i lavoratori precari
percepiscono a fine anno il trattamento di fine rapporto (TFR) e
l'indennità di disoccupazione per i mesi estivi non lavorati.
Anche la seconda
proposta “a costo zero” offre due obiettivi:
1) boccata di ossigeno per i precari che rimangono senza incarico
annuale a causa dei continui tagli agli organici e, contemporaneamente;
2) una maggiore qualità, dal momento che un docente che lavora con
classi aggiuntive e quindi con 30-50 alunni in più, a seconda dei casi,
non può certamente raggiungere lo stesso livello qualitativo di chi
segue già un numero “ragionevole” di discenti.
La terza proposta
implica dei costi aggiuntivi, ma non si può discutere che si tratta di
una spesa destinata a categorie e famiglie già fortemente penalizzate
da disagi, deficit e patologie di varia natura. Trattandosi quindi del
diritto allo studio e dell'integrazione degli alunni disagiati e
diversamente abili, previsto da leggi italiane all'avanguardia in tale
materia, è doveroso denunciare quanto sta avvenendo a danno di tali
alunni al fine di non ritornare a situazioni di discriminazione e
disuguaglianza.
I dati pubblicati dall’USP della provincia di Catania dimostrano, che
il livello globale del rapporto 1/2 docente/alunno diversamente abile
“grave” (L. 104 art. 3 comma3) è formalmente rispettato; se invece
consideriamo lo stesso rapporto docente/alunno per i diversabili
“lievi” (L. 104 art.3 comma 1) i numeri, si attestano su un rapporto
medio di 1/4. Non essendo in possesso di dati analitici per le altre
province siciliane; ma avendo constatato la scarsità del numero di
cattedre, si può certamente affermare che, anche nelle altre province,
la situazione rimane drammatica.
Ciò vuol dire che gli alunni (L. 104 art.3 comma 1- disabilità lieve)
hanno il docente di sostegno per sole 6 ore a settimana per la scuola
dell'infanzia e primaria e per sole 4,5 ore a settimana per gli alunni
della scuola secondaria di primo e secondo grado. Quanto esposto, a
nostro avviso, avviene senza alcun rispetto della stessa norma che
prevede un rapporto 1/2 su base provinciale, norma, a sua volta, tanto
sbandierata come fiore all’occhiello dai vari Governi che su tali
rapporti fondano la loro equità relativamente al problema.
Se gli alunni “gravi” (L. 104 art.3 comma 3) hanno diritto ad una
copertura oraria di 18 ore settimanali seguiti dal docente
specializzato, come ha affermato la Corte Costituzionale (sentenza 22 –
26 febbraio 2010, n. 80) questo diritto non può essere riconosciuto a
scapito di altri alunni diversamente abili; cosa che invece avviene
sistematicamente in più parti d’Italia.
La quarta e ultima
proposta è anch’essa di fondamentale importanza perché la
sicurezza dei nostri alunni, ovvero dei nostri figli, non può essere
barattata con considerazioni di carattere economico; cosa che accade
sistematicamente con la creazione delle classi-pollaio. Questo vuol
dire che dove le aule non lo consentono, in termini di sicurezza, le
classi devono essere sdoppiate e ciò deve avvenire con estrema urgenza.
I lavoratori precari della scuola siciliani confidano nel fatto che la
classe politica, appena eletta, abbia riguardo delle nostre giovani
generazioni, vera e propria garanzia di crescita sociale e culturale;
fanno appello affinché il Governo prenda a cuore le problematiche della
scuola appena descritte e si auspicano di ricevere risposte alle sopra
citate proposte, finora inascoltate. Pertanto, attendiamo una risposta
da chi vorrà discutere e condividere con noi il futuro della scuola
italiana e siciliana in particolare.
Rete Precari
Scuola Sicilia
reteprecariscuolasicilia@gmail.com