
Avendo chiarito che la memoria, come il coraggio di don Abbondio, se uno non ce l’ha non se lo può dare, non è dubbio che alcune tecniche mnemoniche possono aiutare. Pico della Mirandola, un dotto medioevale rimasto famoso anche per la sua prodigiosa memoria, diceva di avvalersi di tecniche molto elementari. Dovendo ricordare una lista di numeri, a esempio, ne associava ognuno a una colonna di un palazzo o di una chiesa, ripercorrendo poi la sequenza delle colonne, affermava che gli riusciva più facile ricordare i numeri mandati a memoria.
Stratagemmi del genere o veri e propri trucchi sono sempre esistiti e sono utilizzati dalle persone più diverse nel corso dei secoli. Il trucco è trovare un filo conduttore tra le varie cose, in genere numeri non correlati tra di loro in maniera ovvia, in modo da potere poi “tirare le fila” di una sorta di pseudo ragionamento che conduca a ricordarle una per una. Il punto insomma è sempre individuare un senso o di una trama, per quanto arbitrari, che uniscano le varie unità da ricordare. La lezione da trarre non è quella di sperare di esercitare sproporzionatamente la propria memoria, ma di “capire” ciò che si studia. Capire aiuta enormemente a ricordare, ed è anche un bene in sé. Non memoria quindi ma comprensione e penetrazione delle nozioni, non fosse altro che per poterne trarre il massimo giovamento.
Edoardo Boncinelli - Corriere della Sera