Le verifiche sui falsi invalidi, hanno dato scarsissimi risultati. Solo lo 0,08 per mille dei controllati sono stati soggetti alla revisione da parte dell’Istituto di Previdenza, con l’esclusione dalle indennità fino ad allora percepite. L’.INPS è stata investita da un mare di opposizioni, di queste, ne ha perse il 68%.
Questo vuol dire, che al momento, su un milione di controlli effettuati, sono solo 30.000, i disabili che si sono visti diminuire le percentuali di invalidità con la conseguente perdita delle provvidenze. Ma nemmeno questo numero può considerarsi definitivo, poiché sono ancora molti i ricorsi giudiziari che devono essere discussi in Tribunale.
L’assurda vicenda
Sannino, è stato colpito da bambino da una grave malattia, che gli impedisce la mobilità personale ed è in una fase di continuo aggravamento, che gli provoca gravi e particolari problemi fisici. Era riconosciuto come invalido al 100% con indennità di accompagnamento sino al controllo disposto dall’INPS nell’ aprile 2008, dopo il quale, senza una spiegazione medico-scientifica si è visto retrocedere ad una invalidità dell’80%, con la conseguente perdita degli emolumenti economici. Sannino è ricorso al Giudice Ordinario che in base alla CTU nella quale la sua patologia è stata riconfermata irreversibile ed ingravescente si è visto riconoscere il maltolto nel novembre 2010. L’INPS ha fatto appello e la prima udienza è stata fissata nel mese di giugno 2015. L’INPS non ha tenuto conto ne della sentenza e ne dell’appello, e nel novembre 2011 ha richiamato nuovamente Sannino a controllo, confermando i suoi precedenti provvedimenti di riduzione. Anche se la vicenda è paradossale, Sannino nella speranza di ridurre i tempi del nuovo giudizio ha riproposto la nuova procedura ATP (Accertamento tecnico Preventivo).Durante tale procedura è stato nominato un nuovo CTU che ha confermato la sua invalidità reale al 100% con indennità di accompagnamento. L’INPS si è opposto alla bozza, ma il CTU ancora una volta li ha smentiti confermando l’esito della bozza. A questo punto L’INPS non soddisfatta, ha presentato il dissenso, di solito tale comportamento nell’ATP precede il ricorso al Giudice ordinario. Il Giudice dovrà fissare una nuova udienza che di solito cade a non meno 8-12-mesi. Quindi nel 2015 anno della prima udienza dell’appello.
Nel frattempo tra tutte queste peripezie giudiziarie, Sannino sono già tre anni che non viene reinserito nel suo diritto di ricevere l’indennità di accompagnamento e chi sa quanto altro tempo dovrà passare prima di vedere riconosciuti i suoi sacrosanti diritti.
Sannino dichiara -“Sto subendo una grande ingiustizia, ma non mi arrendo, non posso farlo, sia per difendere la mia dignità di persona onesta, sia per riaffermare i diritti di tutti i disabili che sono dimenticati da una politica cieca che pensa solo a risparmiare sulla spesa sociale”, senza rendersi conto che per la campagna di controlli l’INPS ha speso di più di quanto ha recuperato dalla revisione delle indennità.
Il parere di un autorevole Medico Legale
Tale protervo trend ha notoriamente condotto alla riduzione dei benefici economici non per i falsi invalidi, ma per coloro che vennero riconosciuti tali dalle commissioni composte da medici ASL e medici INPS, sempre operanti in stretta e totale conformità, ed in caso di dissenso sottoposti al giudizio del Magistrato, il Peritus Peritorum le cui decisioni vengono oggi rinnegate dall’Ente soccombente in giudizio tramite 2 suoi propri componenti che, in assenza di contradditorio, non in commissione, ma nel numero sacro di 2 (due medici INPS s’intenda, senza la presenza del medico di parte né del rappresentante ANMIC UIC o ENS etc.) annullano la sentenza già passata in giudicato, non con la cagione di un miglioramento, per lo più impensabile, ma riformando bensì audacemente la logica stessa della sentenza, ovverossia i principi ai quali il Giudice si è ispirato. E questo, nel ledere i diritti dell’Utente e nell’ignorare la decisione di un Tribunale, scaraventa in un baratro la Certezza del Diritto senza di cui nessuna nazione civile può governarsi. Tale inaccettabile prassi si ripete anche in caso di nuovo ricorso, nuova sentenza, nuova riforma, sino all’infinito: ed essendo la vita degl’invalidi, non meno di quella dei sani, “finita” ossia dotata di principio e fine, tale tattica si ripropone sino alla morte del richiedente (e avente già ottenuto) il beneficio. Tutto per colpa, dicesi, dei falsi invalidi che invece non c’entrano un bel nulla: le truffe sono state create al di fuori delle commissioni ASL e INPS, con false documentazioni, contraffazioni e connivenze in gran parte smascherate: ma con il loro pretesto si soffocano speranza di vita e di giustizia per chi soffra.
Sannino conclude – “E’ una fase molto difficile della mia vita, ma sento l’appoggio della mia famiglia, della mia Associazione e dei migliaia di disabili che mi incitano a non mollare. So che debbo vincere per me stesso e per tutti i disabili italiani ingiustamente colpiti dal pregiudizio e dalla diffamazione.”
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Lazio n. 03851/2014
Giuseppe Sannino Presidente A.N.I.D.A.anidanu27@gmail.com