Il periodo on
the job sarà riconosciuto come credito per la Maturità - Al via la
nuova frontiera dell’alternanza scuola-lavoro. Parte infatti dal
prossimo anno scolastico, il 2014/2015, la sperimentazione
dell'apprendistato per gli studenti del quarto e quinto anno delle
scuole superiori. Un’innovazione assoluta per la scuola italiana che
offre una risposta concreta ai dati allarmanti diffusi dall'Istat sulla
disoccupazione giovanile. Obiettivo della sperimentazione, infatti, è
consentire agli studenti italiani di inserirsi in un contesto aziendale
già prima della conclusione del loro percorso scolastico e del diploma,
alternando la frequenza scolastica con la formazione e il lavoro in
azienda.
“L'apprendistato a scuola consentirà ai nostri giovani di affrontare
con le giuste competenze e a testa alta un mercato del lavoro sempre
più competitivo e alla ricerca di profili specializzati”, sottolinea
con soddisfazione il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca Stefania Giannini. Il decreto interministeriale (Ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca, Ministero del Lavoro, Ministero
dell’Economia) che definisce il programma sperimentale è stato firmato
da tutti i ministri coinvolti. “Questo governo - spiega Giannini - è
riuscito a portare a casa un provvedimento che segna una svolta nel
rapporto fra scuola e mondo del lavoro e che era atteso da molto tempo
sia dalla Scuola che dalle stesse imprese alcune delle quali, come
l’Enel, sono già pronte a partire”.
“Questo provvedimento” -sottolinea il Ministro del Lavoro e delle
Politiche Sociali, Giuliano Poletti- “è un’altra testimonianza
dell’impegno del governo per favorire nuove opportunità di ingresso nel
mercato del lavoro dei giovani, assicurando loro un’adeguata
qualificazione professionale ed una valorizzazione delle competenze.
Così come per il piano nazionale Garanzia Giovani, che ad un mese
dall’avvio registra già una larga adesione da parte dei destinatari,
per il pieno successo di questo nuovo strumento sarà determinante il
ruolo delle imprese. Per questo le invitiamo a fare la loro parte, a
dare un contributo attivo per aiutare i giovani e costruire il futuro
del paese”.
I Ministeri dell'Istruzione, del Lavoro e dell'Economia hanno trovato
l'intesa sui principi che apriranno le porte delle aziende agli
studenti, singolarmente o coinvolgendo l'intera classe. Prima di
arrivare alla Convenzione con la singola scuola, l'azienda interessata
sottoscriverà un Protocollo d'intesa con il Miur e il Mlps (o gli
uffici periferici dei Ministeri) e le Regioni interessate per
specificare: gli indirizzi di studio coinvolti, i criteri per
individuare scuole e studenti, le modalità per assicurare ai giovani
l'eventuale rientro nei percorsi ordinari, il numero minimo di ore da
svolgere sul posto di lavoro, i criteri per il monitoraggio e la
valutare della sperimentazione. L'impresa dovrà, ovviamente, dimostrare
di avere le carte in regola per la formazione degli apprendisti anche
minorenni, di rispettare le norme sulla sicurezza, di avere capacità
occupazionali coerenti con le norme sull'apprendistato.
Ogni studente-apprendista sarà accompagnato da un “piano formativo
personalizzato”, che esplicita il percorso di studio e di lavoro, e da
un sistema tutoriale che vede congiuntamente impegnati il tutor
aziendale, designato dall'impresa, e il tutor scolastico, individuato
tra gli insegnanti del Consiglio di classe in possesso di competenze
adeguate. Per agevolare il loro compito sono previste specifiche
attività formative, anche congiunte, a carico dell'impresa. Notevoli
gli spazi di flessibilità a disposizione delle scuole: per
l'interazione tra apprendimento in aula ed esperienza di lavoro
potranno utilizzare fino al 35% dell'orario annuale delle lezioni. Per
gli Istituti tecnici e professionali si tratta, ad esempio, di un
massimo di 369 ore su 1.056, ovvero di margini di autonomia nettamente
superiori rispetto a quelli di cui le istituzioni scolastiche
dispongono solitamente per organizzare la propria offerta formativa
‘libera’.
È un segnale della rilevanza che l'amministrazione scolastica
attribuisce a questa sperimentazione. I periodi di apprendistato (on
the job) sono valutati e certificati e valgono come crediti ai fini
dell'ammissione all'Esame di Stato. Per la predisposizione della terza
prova scritta la Commissione d'Esame dovrà tener conto dello specifico
percorso sperimentale seguito dagli allievi e potrà avvalersi della
presenza del tutor aziendale come esperto, senza oneri per la finanza
pubblica. A breve partiranno le attività informative per le famiglie e
gli studenti delle scuole aderenti al programma sperimentale affinché
possano partecipare con consapevolezza alle selezioni. La firma del
decreto si inserisce fra le attività che il Miur sta mettendo in campo
per ampliare le competenze dei nostri studenti. Un obiettivo perseguito
anche dal #Cantiere scuola voluto su questo tema dal Ministro Stefania
Giannini che vede al tavolo esperti e personale Miur e dovrà produrre
proposte e documenti entro l’estate.
Miur