A Misterbianco, martedì 29 luglio 2014, nel Chiostro
della Biblioteca Comunale - Patrocinata dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Misterbianco (CT), nell’ambito della Rassegna
Culturale “In cerca d’Autore” del periodico “l’Alba”, martedì 29 luglio
2014, alle ore 20:00, si terrà la presentazione del libro “Rosa
Balistreri” dello scrittore agrigentino Giuseppe Cantavenere e la
proiezione del film-documentario “La voce di Rosa. Rosa Balistreri. la
cantatrice di Licata” di Nello Correale.
Dopo i saluti del sindaco Nino Di Guardo e dell’assessore alla Cultura
Barbara Bruno, si intratterranno con i due Autori il prof. Pino Pesce,
direttore del periodico “l’Alba” e la prof.ssa Norma Viscusi,
giornalista. Interverranno l’attrice Luisa Ippodrino e la cantante folk
Cinzia Sciuto.
«Struggente e appassionata, Rosa Balistreri, davanti a un registratore,
pochi mesi prima della morte prematura racconta a Giuseppe Cantavenere
la sua vita in una Sicilia violenta. […] Rosa conosce la fame, le
umiliazioni, gli aspetti brutali della vita che ha cadenze da tragedia
greca. Non si piange addosso, impreca e canta, il canto come
liberazione Fugge dalla Sicilia verso la libertà e si ferma a Firenze.
Poi fortuna insperata, partecipa ad una commedia di Dario Fo […].
Muore il 20 settembre 1990 a seguito di un ictus che la coglie durante
uno spettacolo in Calabria.» (Dal quarto di copertina del libro “Rosa
Balistreri” di Giuseppe Cantavenere, Salvatore Sciascia Editore).
Dalla biografia tracciata da Cantavenere e da testimonianze filmiche e
televisive, fra realismo e ispirazione neolorealistica, Nello Correale
ha ben saputo ricostruire, da vero Maestro, nel suo film-documentario,
saldato nelle varie parti da Donatella Finocchiaro, la figura di una
Grande Cantante che ha fatto uscire la canzone popolare siciliana dal
ghetto dandole dignità musicale e culturale. Si legge nella parte
posteriore della custodia del DVD: «Rosa Balistreri appartiene
all’immaginario più profondo della Sicilia, esponente di un certo
modello di attivismo culturale. Un’ icona che rappresenta in maniera
forte e completa il rapporto difficile, di odio e amore, che molti
siciliani, forse quelli dallo spirito più libero e irrequieto, hanno
nei confronti della loro terra.» E ancora: «Ha cantato la Sicilia come
nessun altro, il suo è stato il vero canto popolare, ciò che per gli
schiavi afro-americani era il blues; come loro ha cantatola terra, il
carcere, la violenza subita, l’ingiustizia, un amore profondo per ciò
che faceva.» Quindi «Questo film documentario è un omaggio all’artista
attraverso le sue canzoni, e allo stesso tempo racconta un momento
della storia sociale e culturale della Sicilia, quando i protagonisti
si chiamavano Sciascia, Guttuso, Consolo, Buttitta.»
Santy Caruso