Nel fare
seguito a precedenti note sui temi citati, cerchiamo di fare il punto
sugli spinosi problemi delle pensioni e del Pubblico Impiego
nella Legge di Stabilità che ha cominciato il suo iter
parlamentare.
PENSIONI - Ecco l’ultima “novità “in materia previdenziale: le misure
sulle pensioni (ovvero l’ampliamento della no tax area, il part time e
l’opzione donna) verranno pagate con i tagli all’indicizzazione dei
trattamenti sopra quattro volte il minimo (circa 2 mila euro). Quindi
la misura, che permette di adeguare le pensioni al costo della vita, e
che sembrava una clausola di salvaguardia, alla fine, però, è diventata
una vera e propria copertura nella manovra, ovviamente sempre a carico
dei” pensionati ricchi”. E noi insistiamo nel dire che, nei fatti, c’è
una patrimoniale solo per le pensioni !
ESODATI - In manovra c’è la settima operazione di salvaguardia, che
riguarda 26.300 esodati, usciti dal mondo del lavoro nel 2011 e rimasti
senza stipendio e senza pensione “grazie “ alla Riforma Fornero; e il
problema non è ancora interamente risolto !
OPZIONE DONNA - Viene prolungata la possibilità di andare in pensione
per le lavoratrici con 57 anni di età e 35 di contributi al 31 dicembre
2016, con la pensione calcolata INTERAMENTE con il sistema
contributivo. La data si riferisce alla maturazione del diritto, non
alla decorrenza della pensione.
NO TAX AREA - La soglia di esenzione fiscale delle pensioni sale a
8mila euro per gli over 75, e a 7750 euro per coloro che non hanno
ancora 75 anni. La misura si applica però a partire dal gennaio 2017.
PART-TIME PER LA PENSIONE - E’ una possibilità riservata a chi ha 63
anni: negli ultimi tre anni prima della pensione, il lavoratore può
chiedere un part-time al 50%, con il riconoscimento della contribuzione
figurativa piena ai fini previdenziali: ma solo per i lavoratori del
settore privato .
E, “naturalmente“ , non si parla più di quota 96 e di flessibilità in
uscita !
PUBBLICO IMPIEGO - Per il pubblico impiego la legge di stabilità si
conferma amara. Non solo arriva una “mancia” per il rinnovo della parte
economica del contratto per la quale il Governo mette sul piatto circa
300 milioni di euro (di cui 74 milioni per le Forze Armate e i Corpi di
Polizia), ma viene fissata una nuova percentuale di turn over, che
questa volta riguarda sia la P.A. centrale sia quella locale e ferma
per i prossimi tre anni la spesa per le nuove assunzioni al 25%
C'è solo una deroga al limite del 25%: fino all’80% negli enti
territoriali interessati dal processo di mobilità del personale per
consentire l'assorbimento degli esuberi provenienti dalle ex-province.
Per i trattamenti accessori, dopo la frenata iniziale sul loro blocco,
(in attesa della ridefinizione dei comparti di contrattazione e
dell’applicazione della legge Madia), si aprono le porte per i
dipendenti statali (... è cominciato l’assalto alla diligenza? …)
Tagli interessano anche la scuola con una sforbiciata di 60 milioni per
le supplenze brevi e altri due milioni l'anno, dal 2016 al 2018, per le
supplenze nelle scuole all'estero.
Qualche piccola novità anche per l'Università:
- chiamate dirette “per elevato merito scientifico”,
- 6 mila posti l'anno nelle scuole di specializzazione,
- sblocco degli scatti delle retribuzioni per i docenti universitari,
- piano per l’assunzione di 1.000 ricercatori a tempo indeterminato.
Naturalmente tutto il mondo del lavoro pubblico e dei pensionati è in
agitazione e non si contano più gli scioperi e le manifestazioni,
realizzati e da realizzare, da parte di tutte le OO.SS. di categoria
contro le inique e penalizzanti misure che la Legge di Stabilità
continua a riservare al pubblico impiego e ai pensionati. Staremo a
vedere se il Parlamento “sovrano“ ascolterà la voce di milioni di
lavoratori!
Angelo Prizzi
Ceripnews.it