Oltre dieci
giorni fa, è arrivata l'ennesima conferma da parte del Consiglio di
Stato, l'affermazione del diritto, da parte dei 3.000 docenti diplomati
magistrali che hanno seguito la nostra associazione nella battaglia
contro il mancato riconoscimento del valore abilitante del loro titolo
e contro la conseguente esclusione dalle GAE, di essere inseriti in
graduatoria e di poter essere nominati per ricoprire incarichi di
docenza anche a tempo indeterminato, già a partire dall'anno scolastico
in corso. Nonostante già da marzo fosse stato disposto l'inserimento
dei ricorrenti nelle graduatorie ad esaurimento, il MIUR ha fatto
orecchio da mercante, ignorando le Ordinanze emesse dal Tribunale e,
cosa non meno grave, ha contribuito, con il suo silenzio, inaccettabile
da parte di un'Amministrazione pubblica, a generare nuove disparità,
sempre a danno dei docenti che prestano servizio sono alle sue
dipendenze e stanno garantendo il regolare svolgimento del servizio
scolastico statale nella scuola primaria.
In mancanza di disposizioni centrali, e solo grazie all'intraprendenza
di alcuni uffici scolastici, soltanto una parte dei docenti è stata
correttamente inserita nelle graduatorie ad esaurimento e nella I
fascia d'istituto, così come disposto dal Consiglio di Stato. In molte
province e in un gran numero di scuole regna sovrana l'improvvisazione
che mai si risolve a vantaggio dei docenti.
Inoltre, nonostante gli ultimi inequivocabili chiarimenti della
Magistratura, che stabilisce la possibilità di assumere anche incarichi
a tempo indeterminato, qualora in posizione utile in graduatoria, di
tanto in tanto arrivano scossoni per i nostri ricorrenti, come la
risposta all'interrogazione parlamentare della Senatrice Blundo, priva
di ogni riferimento alla realtà, o la richiesta di parere dell'Usr
Toscana all'Avvocatura di Stato per “Problematiche applicative” nei
confronti della gestione delle Ordinanze emesse a favore dei docenti.
Ogni scusa, ogni ritardo, ogni disfunzione, ogni inottemperanza, oggi è
ingiustificabile, essendo stato chiarito, da parte del Consiglio di
Stato che “ l’Amministrazione è tenuta a stipulare con gli appellanti
contratti a tempo determinato nonché contratti a tempo indeterminato
limitatamente ai posti eventualmente ancora disponibili in esito alle
operazioni del [...] piano straordinario”. Inoltre, “piena tutela ai
ricorrenti, peraltro, sarà somministrata dall’anno scolastico
successivo in poi” in quanto, sempre secondo il Consiglio di Stato, la
natura della riserva non implica alcuna limitazione, visto il possesso
del titolo valido all'insegnamento nella scuola primaria.
Saranno finite le incombenze che hanno impedito al MIUR di gestire
correttamente e tempestivamente questa questione? Possibile che persone
che hanno ottenuto una serie di provvedimenti siano ancora in attesa,
dal mese di marzo, di un'adeguata risposta ai dispositivi di cui sono
oggetto? Possibile che in questo Paese le sentenze siano carta
straccia? Riteniamo incresciosa questa situazione e ricordiamo al MIUR,
qualora se ne fosse dimenticato, che alcuni ricorrenti, stremati dalle
inutili richieste pacifiche di soluzione, hanno sporto querela nei
confronti delle amministrazioni inadempienti. La misura è colma e i
tempi abbondantemente maturi per risolvere in modo adeguato la
questione. Ogni ritardo ulteriore sarà secondo noi il frutto di una
scelta deliberata che non potrà che comportare la ricerca di nuove
misure atte a tutelare i diritti dei docenti ricorrenti.
Valeria Bruccola
adida.associazione@gmail.com