Dichiara Jacopo Dionisio,
coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari: "Il Governo ha
fatto un grande vanto dei 55 milioni aggiunti al fondi integrativo
statale per le borse di studio, che però, già dall'anno prossimo,
diventeranno 5. Questi fondi sono del tutto insufficienti: basti
pensare che solo per garantire le borse di studio agli idonei non
beneficiari servono almeno 200 milioni; inoltre non si danno risposte
all'emergenza ISEE. Oltre a questo, le misure in tema di reclutamento
non sono sufficienti, il Fondo di Finanziamento Ordinario resta a
livelli bassissimi e l'edilizia universitaria subisce tagli. Riteniamo
estremamente grave anche l'emendamento sul reclutamento dei 500 docenti
per merito, che potranno essere assunti anche in assenza di
abilitazione scientifica nazionale: non solo la misura risulta
contraddittoria rispetto alla legge vigente, ma rappresenta una vera e
propria forma di disparità di trattamento. E' evidente che questa legge
di stabilità non pone affatto le condizioni per un miglioramento reale
dell'università italiana. Anche ampliando l'analisi alle misure non
prettamente universitarie, i punti critici sono numerosissimi. Basti
pensare all'innalzamento della soglia per il pagamento in contanti: la
misura avrà serie ripercussioni anche sugli universitari, visto che in
questo modo si agevoleranno gli affitti in nero, problema già molto
diffuso tra gli studenti fuori sede".
Dichiara Albero Irone, portavoce nazionale della Rete degli Studenti
Medi: "Stanziare 290 milioni per il bonus di 500 euro ai neo
maggiorenni, non è il modo giusto per promuovere la cultura. I giovani
hanno bisogno di fondi strutturali per poter usufruire di servizi, non
di regali una tantum. Inoltre, la discriminazione insita in questo
provvedimento, che lascia fuori gli studenti non europei, la rende
ancora di più una risposta errata in un periodo in cui l'integrazione
deve essere un obiettivo su cui investire in modo serio. Questa misura
è soltanto una becera mossa elettorale, non è questo il modo di
investire sul futuro dei giovani e sulla loro formazione. Per quanto
riguarda i fondi previsti per l'edilizia scolastica, questi non sono
affatto sufficienti: il governo aveva parlato, dal suo insediamento, di
priorità assoluta per la messa a norma degli edifici scolastici. Siamo
ancora lontani dalla realizzazione di questo obiettivo e le risorse
stanziate non garantiscono una soluzione efficace per i nostri luoghi
di istruzione".
Concludono Dionisio ed Irone: "L'istruzione italiana ha bisogno di
risorse consistenti, di progettualità, di servizi, non di misure una
tantum. L'eliminazione dell'IMU per tutte le prime case, l'innalzamento
della soglia per l'utilizzo del contante, la cancellazione della
supertassa sugli yacht, l'assenza di investimenti strutturali
nell'istruzione sono tutte misure che vanno nella sola direzione di
acuire le disuguaglianze già presenti del nostro Paese. La legge di
stabilità era stata presentata come "Italia Orgogliosa": ribadiamo, a
due mesi di distanza, che non c'è niente di cui andare orgogliosi,
questa manovra parla solo ad una parte del Paese e dell'elettorato,
dimenticando l'istruzione e le fasce più deboli della popolazione. Il
Parlamento ha perso ancora una volta l'occasione di cambiare segno al
futuro del nostro Paese."
Elisa Marchetti
Responsabile Stampa UDU-Unione degli
Universitari
Cell: 338 8085070
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