Ormai è un dato
di fatto, che non fa più nemmeno notizia, il Concorso a cattedra 2016,
voluto in modo energico dall'attuale Governo, è stato bandito. Il MIUR,
infatti, non ha accolto nessuna delle richieste avanzate dal precariato
storico della scuola e dalle migliaia di docenti abilitati che,
attualmente in servizio, nonostante permettano alle scuole di ogni
ordine e grado di sopravvivere data la strutturale carenza di
organico dovranno misurarsi con le prove previste dal bando. Sono
centinaia di migliaia i precari interessati dal concorso perché,
malgrado i proclami demagogici e i cartelloni pubblicitari che hanno
raccontato di assunzioni epocali, la famosa "supplentite" ha contagiato
anche questo esecutivo. O meglio, questo esecutivo ha venduto fumo,
spacciando per svolte epocali un disegno mirato soltanto a trasformare
la scuola sulla pelle dei precari, pretendendo, senza riuscirci, di
azzerare le GAE, ma lasciando fuori chi nella scuola ci viveva davvero
da anni e anche chi ha scelto questo settore in tempi recenti ed ha
conseguito i titoli necesari.
Nessuno svecchiamento, visto che i giovani laureati e i neoabilitati
sono rimasti fuori dal piano assunzionale, nessuna vera valorizzazione
del merito, visto che sono stati assunti docenti con punteggi minimi e
lasciati fuori docenti con punteggi altissimi, nessuna valorizzazione
del merito coniugato all'esperienza, dal momento che chi, per pura
casualità, era fuori dalle GAE, è stato tagliato fuori dalla
stabilizzazione, ovvero decine di migliaia di persone.
Ora che il concorso è stato bandito, si è inevitabilmente affievolita
la protesta, a causa di una generalizzata sfiducia negli strumenti
democratici, completamente ignorati dal Governo, che ha finto di
ascoltare tutti ma poi, con un'arroganza mai vista nella storia
repubblicana, ha scelto in modo unilaterale, simulando un teatrino
parlamentare molto avvilente. Il concorso, del resto, è una spaventosa
macchina economica, utile ad un Paese in recessione, visto il
proliferare di corsi, pubblicazioni, per il settore privato e per il
pubblico. Milioni di euro che, forse, sarebbe stato più utile ed etico
spendere in altro modo!
Eppure, la rassegnazione di chi, ancora una volta, sta accettando di
misurarsi con l'ennesima prova, è tradita da un dato oggettivo, ovvero
che i posti banditi non copriranno, stando ai numeri reali, le esigenze
delle scuole italiane e lascerà fuori, ma fuori completamente, migliaia
e migliaia di docenti, sia abilitati che no, i secondi addirittura
esclusi incostituzionalmente dal concorso.
Nonostante allo stato attuale non si intraveda una via d'uscita
diversa, l'immediato futuro sarà testimone di un problema epocale, mai
vissuto dalla scuola pubblica, il "licenziamento" dal sistema di
migliaia di precari. La legge 107, infatti, ha posto il limite di 36
mesi per l'assunzione a tempo determinato, aggirando così la direttiva
europea contro lo sfruttamento del precariato. A livello europeo, vista
la formale presa di posizione della legge italiana, che prevede il
concorso come canale di stabilizzazione, nulla sembra si possa fare. Ma
nella legge 107 è implicitamente previsto che il ricorso al precariato
non finirà, dato che è stato persino previsto un fondo per i
contenziosi che scaturiranno dalla disattenzione inevitabile della
norma. Se chiedessimo al Governo spiegazioni, ovviamente, direbbe che
tale misura servirà a riequilibrare il pregresso, sul quale non si
sente responsabile, ma non sarà così, perché, come anticipato, il
concorso non coprirà tutto il reale fabbisogno.
Allora? Allora non ci resta che continuare a lottare, politicamente e
legalmente, per porre definitivamente fine a tali insensate scelte.
Concorso truffa, sfruttamento del precariato, mancanza di percorsi
abilitanti per i docenti della III fascia, ricorsi pendenti per
abilitati, discriminazioni di ogni sorta, sono emergenze sulle quali è
necessario impegnare le forze politiche che, in vista di una auspicata
alternanza politica, dovranno adottare soluzioni adeguate. Tutto questo
sarà al centro di un incontro dibattito che si terrà a Vicenza il 12
marzo in cui, insieme al Mida Precari, cercheremo di assicurarci
l'impegno politico necessario ad una energica, quanto necessaria,
assunzione di responsabilità nei confronti di migliaia di precari della
scuola.
Valeria Bruccola
adida.associazione@gmail.com