
Nessuno svecchiamento, visto che i giovani laureati e i neoabilitati sono rimasti fuori dal piano assunzionale, nessuna vera valorizzazione del merito, visto che sono stati assunti docenti con punteggi minimi e lasciati fuori docenti con punteggi altissimi, nessuna valorizzazione del merito coniugato all'esperienza, dal momento che chi, per pura casualità, era fuori dalle GAE, è stato tagliato fuori dalla stabilizzazione, ovvero decine di migliaia di persone.
Ora che il concorso è stato bandito, si è inevitabilmente affievolita la protesta, a causa di una generalizzata sfiducia negli strumenti democratici, completamente ignorati dal Governo, che ha finto di ascoltare tutti ma poi, con un'arroganza mai vista nella storia repubblicana, ha scelto in modo unilaterale, simulando un teatrino parlamentare molto avvilente. Il concorso, del resto, è una spaventosa macchina economica, utile ad un Paese in recessione, visto il proliferare di corsi, pubblicazioni, per il settore privato e per il pubblico. Milioni di euro che, forse, sarebbe stato più utile ed etico spendere in altro modo!
Eppure, la rassegnazione di chi, ancora una volta, sta accettando di misurarsi con l'ennesima prova, è tradita da un dato oggettivo, ovvero che i posti banditi non copriranno, stando ai numeri reali, le esigenze delle scuole italiane e lascerà fuori, ma fuori completamente, migliaia e migliaia di docenti, sia abilitati che no, i secondi addirittura esclusi incostituzionalmente dal concorso.
Nonostante allo stato attuale non si intraveda una via d'uscita diversa, l'immediato futuro sarà testimone di un problema epocale, mai vissuto dalla scuola pubblica, il "licenziamento" dal sistema di migliaia di precari. La legge 107, infatti, ha posto il limite di 36 mesi per l'assunzione a tempo determinato, aggirando così la direttiva europea contro lo sfruttamento del precariato. A livello europeo, vista la formale presa di posizione della legge italiana, che prevede il concorso come canale di stabilizzazione, nulla sembra si possa fare. Ma nella legge 107 è implicitamente previsto che il ricorso al precariato non finirà, dato che è stato persino previsto un fondo per i contenziosi che scaturiranno dalla disattenzione inevitabile della norma. Se chiedessimo al Governo spiegazioni, ovviamente, direbbe che tale misura servirà a riequilibrare il pregresso, sul quale non si sente responsabile, ma non sarà così, perché, come anticipato, il concorso non coprirà tutto il reale fabbisogno.
Allora? Allora non ci resta che continuare a lottare, politicamente e legalmente, per porre definitivamente fine a tali insensate scelte. Concorso truffa, sfruttamento del precariato, mancanza di percorsi abilitanti per i docenti della III fascia, ricorsi pendenti per abilitati, discriminazioni di ogni sorta, sono emergenze sulle quali è necessario impegnare le forze politiche che, in vista di una auspicata alternanza politica, dovranno adottare soluzioni adeguate. Tutto questo sarà al centro di un incontro dibattito che si terrà a Vicenza il 12 marzo in cui, insieme al Mida Precari, cercheremo di assicurarci l'impegno politico necessario ad una energica, quanto necessaria, assunzione di responsabilità nei confronti di migliaia di precari della scuola.
Valeria Bruccola
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