Solo
incompetenti, o esperti in malafede, possono pretendere 6 trattazioni
esaustive su veri e propri “saggi” gabellati per “quesiti a risposta
aperta”! L’inserto: Le OO.SS. all’assalto. Senza scomodare i trattati
di docimologia e quizzologici, va subito detto che le prove “a risposta
aperta” finora piovute sulla testa dei candidati del concorsone non
sono proprio “quesiti” che si potevano risolvere esaustivamente in un
lasso di tempo contingentato. Se alla guerra col pc e il mouse si
aggiunge il patema dell’esame, senza prova d’appello, e l’intreccio
contenutistico su un impianto metodologico-didattico, viene da
chiedersi se questi presunti “quesiti” sono stati pensati da
incompetenti o soltanto da esperti in malafede, che però hanno assolto
al compito di strutturare tracce ammazza-candidati.
Le OO.SS. all’assalto
Attacco concentrico delle OO.SS. confederali ed autonome al concorsone.
E questo dovrebbe far riflettere Governo e PD, piuttosto che liquidare
le contestazioni con un aggettivo (“Assurdo”, Francesca Puglisi,
responsabile scuola del PD), o peggio vantare “regole costituzionali”
per le assunzioni, come ha fatto la ministra Giannini, che però è stata
graziosamente invitata a mettersi da parte, proprio per la gestione del
concorso, dal segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo,
mentre Unicobas parla di “concorso beffa” e la segretaria generale
della Cisl Scuola, Lena Gissi, definisce “un bel pasticcio” tutta la
procedura e si dichiara insoddisfatta dell’approccio, del sistema e
scontenta perché la Ministra non ha tenuto conto dei suggerimenti dei
sindacati.
***
Lasciando perdere cosa dicono i bandi e che cosa s’è detto attorno ad
essi, mi limito solo ad analizzare il significato di “quesito a
risposta aperta” rispetto al concetto di “saggio”, “saggio breve” ed
“elaborato”.
A differenza di un tema o elaborato, un quesito “a risposta aperta”
consente al candidato di esporre liberamente i concetti ad esso
correlati, senza il vincolo di risposte predeterminate, tenendo sempre
sotto controllo il quesito/i quesiti, affinché dimostri
nell’esposizione, pur se sintetica, un’autentica padronanza dei
contenuti espliciti ed impliciti.
Il saggio, al contrario, consente al candidato di esprimersi in termini
critici o argomentativi su una tematica letteraria, storica, artistica,
scientifica, filosofica, politica, con un’ampiezza variabile in ragione
della tipologia: “saggio” ovvero di “saggio breve” ed anche della
consegna.
Ora, scorrendo i vari quesiti posti finora ai candidati, ho la netta
sensazione che con tempi da prova semi-strutturata si siano imposti,
invece, dei veri e propri saggi, peraltro complessi e pluritematici,
che falsano i modelli quizzologici correnti ed ogni tratto docimologico
degli stessi.
E se così stanno le cose, ci sarà da divertirsi per i commissari
nell’elaborare una griglia di valutazione coerente e funzionale e si
divertiranno anche gli avvocati dei candidati non ammessi, che avranno
certamente più di una ragione per impugnare l’esito negativo, previo
parere di un consulente di parte.
Da ex esaminatore mi chiedo, infatti, quale peso oggettivo verrà dato,
per esempio, ad una risposta a forte contenuto interdisciplinare, ma
carente nello sviluppo sequenziale dell’unità didattica richiesta;
ovvero, viceversa, come valutare una u.d. ben strutturata, ma carente
nelle interconnessioni o solo parzialmente accennate, forse anche per
mancanza di tempo.
Diciamolo con franchezza una volta per tutte: come si pretende di 150
minuti di rispondere esaustivamente e strutturalmente (cioè con un
impianto pedagogico e metodologico-didattico corretto e completo!) a
ben 6 quesiti di Italiano come quelli che abbiamo letto? E non commento
i 2 quesiti di Lingua straniera con i vari distrattori.
Meglio Arte, al primo giorno, ma così facendo, la deriva sarà sempre
più pericolosa, con un crescendo rossiniano che non convince e non si
può accettare oltre. (n.b.)
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