600 milioni
destinati ad Ape e circa 1 miliardo per 14ma, ricongiunzioni,
lavoratori precoci e attività usuranti // Crescita congelata e conti in
crisi
ROMA - Da alcune settimane i tecnici del Governo stanno studiando
diverse opzioni sulle pensioni, nel rispetto del tetto prefissato di
1,5 miliardi di euro, come maggiore spesa previdenziale.
Della somma prefissata, 600 mln/euro sarebbero destinati al varo
dell’Ape, l’anticipo pensionistico finanziato con prestito bancario
assicurato e rimborsato in 20 anni, gestito dall’Inps, tutto il resto,
andrebbe a finanziare le altre misure:
1) rafforzare gli assegni più bassi,
2) flessibilità extra Ape, con unificazione gratuita dei contributi
versati;
3) canale d’uscita dei lavoratori precoci e lavori usuranti.
Di tutte queste misure in via di definizione, si parlerà nel vertice
Governo-Sindacati previsto per fine mese, ma il presidente dell’Inps,
Tito Boeri, avverte Palazzo Chigi: “In passato sono state fatte misure
estemporanee e parziali, mi auguro che questa volta non avvenga lo
stesso”, e rinvia il suo giudizio solo quando ci sarà la fine delle
soluzioni adottate.
Ma lo stallo della crescita però preoccupa il ministro Pier Carlo
Padoan che, conti alla mano, se il trend negativo continua, sarà
costretto a rivedere le sue stime e con esse potrebbe mettere in
discussione tutto il “pacchetto bonus” corrente (lavoratori, bebè,
militari) e quello promesso (18enni da settembre prossimo). Con esso
anche gli sgravi annunciati: taglio Irpef dal 2017, bollo auto da
eliminare, gli incapienti da sostenere con 80 euro come i pensionati,
ceto medio da rivitalizzare.
Di certo resta solo il taglio dell’Ires di 3 miliardi, già stanziato.
Per tutto il testo si vedrà, quando e come non si sa!...
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