Che sarebbe
stata una carneficina, lo abbiamo denunciato molte e molte volte, dal
momento che il concorso 2016, destinato a docenti in servizio, ha
bandito un numero di posti di gran lunga inferiore ai docenti realmente
necessari al sistema, in servizio, da anni, e quindi in diritto di
essere stabilizzati, in virtù della normativa europea ma anche del
semplice buon senso e della tanto decantata continuità didattica.
Lo abbiamo definito truffa, abominio, farsa, ma questo concorso, stando
ai numeri che di giorno in giorno scioccano la categoria dei precari
chiamati a misurarsi con questo strumento inadeguato di “selezione”,
sta assumendo i contorni dell'etnocidio, visto che docenti precari sono
caduti nella mattanza dei loro colleghi di ruolo. Questi ultimi, “rei”
di essersi piegati per una manciata di spicci, stanno infatti
sterminando intere classi di docenti, i loro colleghi, quelli con i
quali hanno lavorato gomito a gomito per un intero anno scolastico, con
i quali hanno condiviso consigli di classe e di istituto, hanno
contribuito a formare, istruire ed educare i nostri giovani... o forse
no, hanno contribuito a mantenere un sistema scolastico
inefficiente, se poi li hanno bocciati al concorso che da precari li
poteva trasformare in docenti di ruolo.
Ignari o inconsapevoli delle conseguenze che stanno causando, con il
loro potere, stanno contribuendo a screditare un intero sistema
formativo e l'istituzione stessa presso cui lavorano, che fino ad oggi
si è dotata di tanto personale scadente, tanto scadente da non superare
l'ardua prova scritta. Ma è davvero tutto così? L'etnocidio è
innegabile, docenti di ruolo contro precari. Ma forse qualcosa non ha
funzionato, a partire dalla scelta della prova alla quale siamo stati
costretti, se i risultati attribuibili al giudizio di docenti che
stanno giudicato altri docenti con titoli più aggiornati dei primi, nei
contenuti e nelle competenze, stanno determinato una mattanza.
Tuttavia, il risultato ottenuto con questo concorso non è
statisticamente sostenibile. Quando a scuola, noi docenti, facciamo
“stragi” di alunni, siamo costretti, dalla nostra autocritica o dal
contesto, a trovare l'errore, mai attribuibile ai nostri studenti, ma
alla nostra incapacità o alla inadeguatezza delle prove somministrate.
Fior fior di studi docimologici, oggetto della nostra formazione, ce lo
hanno inculcato a dovere: un risultato scadente generalizzato, in
termini di rendimento, deve dipendere da fattori controllabili alla
fonte, indipendenti dai soggetti valutati. Invece, i cosiddetti
commissari, ovvero i miei, i nostri colleghi, con apparente
“leggerezza” hanno deciso di andare avanti, senza rivedere il risultato
ottenuto con la loro valutazione. Finite le correzioni, hanno
pubblicato i bollettini di guerra. Loro tacciono, alimentando sospetti
sulla loro imparzialità e competenza, sulla loro incapacità a saper
valutare elaborati che hanno più il sapore di “pensierini” che di
verifiche serie di competenza. Cosa potevamo fare con una manciata di
minuti a traccia? E che tracce! Siamo stati chiamati ad esprimerci,
dopo aver capito ed elaborato mentalmente ciascun quesito, su
contenuti, metodologie, valutazione, inclusione, bibliografia, e chi
più ne ha più ne metta, senza nemmeno la possibilità di rileggere
quanto scritto. Ma i commissari, hanno avuto lo scrupolo di provare a
cimentarsi in qualcosa di simile? Se non per loro iniziativa,
l'amministrazione ha fornito avvertenze circa una giusta valutazione di
prove siffatte?
Dubitiamo fortemente, e dubitiamo della buona fede di tutti, a questo
punto, se una cosa tanto grave come quella che sta accadendo a danno
dei precari in primo luogo e del sistema, non secondariamente, continua
ad essere perpetrato senza rettifiche o aggiustamenti. Chi garantisce
poi che il balletto di commissari abbia portato alla individuazione di
personale adeguato in un così delicato ruolo? Non sarà forse che le
numerose rinunce possano essere ricondotte a una deliberata volontà di
sottrarsi di fronte una situazione assai critica? Eppure, nemmeno
le denunce mediatiche sono bastate a fare uscire il MIUR allo scoperto,
a costringerlo a dare pubbliche spiegazioni di quanto sta accadendo.
Vorrei vedere se e quando la colpa di tutto dovesse ricadere sulle
commissioni! Sarà possibile sostenere la validità degli attuali
risultati se esposti e denunce dovessero rivelare quanto per ora è solo
un sospetto? Impossibile non porsi tante domande, assurdo che il MIUR
taccia, non intervenga, non giustifichi una paradossale situazione in
cui ogni promessa sarà totalmente disattesa: non ci saranno assunzioni
a settembre, se non in rarissimi casi; non ci saranno organici
completi, essendo stati promossi candidati in misura massicciamente
minore rispetto ai posti banditi; non ci sarà la stabilizzazione
promessa a i precari e all'Europa, che ha vagliato l'aspetto formale
della 107, ritirando le sanzioni contro lo sfruttamento del precariato.
Milioni di euro spesi, da parte nostra ma anche da parte dello Stato,
per un'operazione fallimentare e che sta coprendo di sospetto e di
ridicolo il nostro sistema scolastico, universitario, organizzativo.
I precari italiani bocciano su tutta la linea un Ministero incapace di
garantire diritti e trasparenza. Crediamo che a settembre ne vedremo
delle belle!!!
Valeria Bruccola, Coordinatrice
nazionale Adida