Via libera al
nuovo Piano triennale delle Università Giannini: “Con nuove regole
sistema più competitivo, maggiore attenzione a giovani e Sud”
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania
Giannini ha firmato il nuovo Piano triennale di sviluppo del sistema
universitario 2016/2018. Gli atenei avranno d’ora in poi maggiore
autonomia nella costruzione dei percorsi di laurea, per programmare la
didattica in modo innovativo e flessibile e avvicinare di più l’offerta
formativa alle esigenze degli studenti. Saranno incentivate una
maggiore internazionalizzazione dei corsi, l’assunzione di giovani
ricercatori e la chiamata diretta di vincitori di programmi ERC
(European Research Council). Cambio di passo anche nella distribuzione
dei fondi premiali: dal 2017 il 20% delle risorse sarà attribuito sulla
base di parametri indicati dalle stesse università all’interno di un
paniere proposto dal Ministero.
“La nuova Programmazione triennale valorizza l’autonomia responsabile
degli atenei e punta a rendere il nostro sistema universitario più
innovativo e competitivo. Si andrà verso una maggiore specializzazione
degli atenei che sceglieranno su cosa puntare: al Paese non servono
università tutte uguali. Ci saranno regole più flessibili nella
costruzione dei percorsi di laurea, per renderli più vicini al mondo
del lavoro. Coinvolgeremo gli atenei nella nuova modalità di
distribuzione delle risorse premiali, che terrà maggiormente conto
anche delle specificità del Sud”, sottolinea il Ministro Stefania
Giannini.
Il decreto sulla Programmazione triennale è disponibile sul sito del
Miur. Firmato anche il decreto sui punti organico che indica a ciascun
ateneo la propria facoltà assunzionale, con copertura nazionale del
turnover al 60% rispetto al 50% di un anno fa e garanzia a tutte le
università di una quota fissa minima pari al 30% del loro turnover. La
quota variabile è invece ripartita in funzione di indicatori di
bilancio.
Il Piano triennale, valorizzata l’autonomia
Il decreto contiene gli obiettivi di sistema attorno ai quali gli
atenei adotteranno il loro piano strategico di sviluppo. Quattro le
priorità individuate a livello nazionale:
il miglioramento di azioni come l’orientamento in ingresso e in itinere
degli studenti e l’internazionalizzazione dell’offerta formativa;
la modernizzazione degli ambienti di studio e ricerca e l’innovazione
delle metodologie didattiche;
la valorizzazione dei docenti e il reclutamento di giovani ricercatori;
la valorizzazione dell’autonomia responsabile degli atenei.
Fra le novità più rilevanti per il sistema universitario, la
combinazione tra specializzazione dell’ateneo e quota premiale del
Fondo Ordinario. Ciascuna università, per la prima volta, potrà farsi
valutare in relazione alla propria strategia di sviluppo: a partire dal
2017 il 20% della quota premiale dell’Fondo di Finanziamento (FFO)
verrà ripartita sulla base di indicatori individuati dalle stesse
università, da scegliere in un paniere proposto dal Ministero che
include indicatori per la ricerca, la didattica e
l’internazionalizzazione. A ciascun ateneo sarà richiesto, entro la
fine del 2016, di identificare i propri indicatori. Le università
saranno poi misurate, con cadenza annuale, sia sui risultati acquisiti
in ciascun ambito strategico, sia sui miglioramenti ottenuti. Il nuovo
processo terrà conto delle diverse situazioni di contesto territoriale
in cui si collocano gli atenei: alle percentuali di miglioramento
ottenute sarà applicato un fattore additivo pari al 10% per le
università del Centro e del 20% per le università del Sud e delle Isole.
Per rafforzare la dimensione internazionale dell’offerta formativa,
l’occupabilità e la sperimentazione didattica, si lascia maggiore
libertà agli atenei (con l’eccezione dei corsi a numero programmato
nazionale) nella costruzione dei percorsi di laurea. Viene poi
assegnata alle università una maggiore autonomia nella chiamata diretta
di studiosi vincitori di programmi ERC (European Research Council), sia
come professori che come ricercatori.
Assunzioni 2016, in aumento i punti organico
Il decreto firmato dal Ministro distribuisce tra le Università il
‘budget’ nazionale di punti organico per assumere professori e
ricercatori: il turnover nazionale passa dal 50% al 60%. La facoltà
assunzionale prevista dal decreto punti organico, pubblicato oggi, si
aggiunge al Piano straordinario per il reclutamento di ricercatori di
tipo b) dello scorso febbraio (861 posti da ricercatore) e al Piano
straordinario per professori ordinari di aprile. A questi due
interventi si somma l'incentivazione per l'assunzione dei ricercatori
prevista nel nuovo Piano triennale. Grazie alla legge di stabilità 2016
è stato disposto, infine, lo sblocco totale del turnover per le
assunzioni dei ricercatori più giovani (tipo A) che per le università
virtuose non peseranno sul budget dei punti organico.
Il decreto con il Piano Triennale:
http://attiministeriali.miur.it/anno-2016/agosto/dm-08082016.aspx
Il decreto sui punti organico:
http://attiministeriali.miur.it/anno-2016/agosto/dm-05082016-(1).aspx
Miur