Confermati anche i
350 milioni del bonus per l’aggiornamento professionale degli
insegnanti - ROMA - Le misure previste da Governo con una manovra da 25
miliardi. La manovra 2017 che dovrebbe essere pronta entro il 12
ottobre prossimo prevede interventi su contratti, pensioni e scuola.
Al posto dei 300 milioni di euro inseriti già nella Finanziaria 2016,
vengono annunciati 1,5/2,0 miliardi di euro, comunque ben lontani dai 7
miliardi stimati dai sindacati per tutto il Pubblico impiego, di cui
oltre 3 miliardi/euro solo per la scuola.
Confermati anche i 350 milioni del bonus per l’aggiornamento
professionale degli insegnanti. Il restante personale della scuola,
precari compresi, resta ancora una volta a bocca asciutta e dovrà
decidere se aggiornarsi a sue spese o restare nell’ignoranza
governativa imposta per legge, nonostante si affermi che
l’aggiornamento sia una cosa seria!
Giova anche ricordare che i contratti del P.i. sono scaduti da 7 anni
(e non da 7 mesi come ha scritto ieri “la Repubblica”) e peraltro,
secondo il verbo-Madia, si punta tutto solo sul merito, senza tenere
conto del salasso che hanno subito i lavoratori per il blocco disposto
dalle tante Finanziarie.
L’intervento sulle pensioni dovrebbe fare perno sull’Ape, con la
possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro, sia pure con
penalizzazioni, alcune delle quali di una certa rilevanza, stante i
milioni di salari da fame di cui godono (sic!) i lavoratori del P.i.
nel Bel Paese.
Prevista anche una sorta di 14ma per le pensioni più deboli, che
verrebbe estesa a circa 3 milioni e 900 mila pensionati, di cui già 2,2
milioni sono benefici della mensilità extra a cui si sommerebbero 1
milione e 700 mila pensionati con assegni fino a 501,89 euro/mese,
finora esclusi dalla cosiddetta 14ma.
Di tutti questi pensionati giova ricordare che 953mila sono beneficiari
di assegno sociale.
Per rispondere alle pressioni della platea di pensionati con redditi
fino a 10mila euro/anno, l’Esecutivo starebbe anche ipotizzando di
elevare la 14ma a 500 euro per tutti, sempre che l’Ue non ci metta lo
zampino, ritenendo l’operazione non conforme ai dictat imposti finora
su compensazioni e perequazioni.
La prossima settimana ci sarà il tavolo tecnico con i sindacati e dopo
si chiuderà in un modo o nell’altro, perché il 27 settembre devono
spuntare le cifre vere con il nuovo Def.
Ceripnews.it