Dopo circa
tre settimane dai pareri emessi dalle Commissioni parlamentari su
quella che, tra le deleghe, costituiva la più spinosa di tutte, dal
punto di vista dei precari delle graduatorie d'istituto, è stato messo
a punto e approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto sulla
Formazione iniziale e sul Reclutamento dei docenti. In esso, è
contenuto il testo della Fase transitoria, che contempla le modalità
per reclutare i docenti nei prossimi anni, in vista del nuovo sistema
di formazione e reclutamento che andrà in vigore solo nel 2020. Nel
frattempo, in un sistema scolastico in cui il precariato, malgrado gli
sbandieramenti della passata Amministrazione, è strutturale, non si
poteva evitare di provare a “mettere una toppa” a quanto stabilito
dalla 107 e alla tradita promessa di stabilizzare tutti i precari
storici, con varie fasi di stabilizzazione e un concorso.
Il risultato è che, quasi alla fine dell'anno scolastico che avrebbe
dovuto stupire tutti con “effetti speciali”, sono state stabilizzate
persone che non avevano un solo giorno di servizio e il concorso ha
mietuto migliaia di vittime tra i precari, con modalità e metodi oggi
al vaglio della Magistratura, ha tagliato fuori altre migliaia di
persone che, pur con servizio e titoli validi all'insegnamento, erano
state escluse dal bando ed ora riammesse con ricorso. Il concorso in
questione, poi, voluto solo per ingraziarsi l'opinione pubblica, non è
ancora concluso, nonostante la frettolosa definizione delle modalità e
dei tempi che non hanno rispettato nessuno, primi tra tutti i
candidati, e tanto meno gli alunni delle scuole che hanno vissuto un
balletto di nomine di insegnanti precari che si sono avvicendati per
molte settimane.
Non parliamo poi di chi il concorso lo ha superato, rimasto con un
pugno di mosche in mano, senza l'agognato posto, visto che le procedure
di valutazione si sono protratte oltre i tempi previsti per le
immissioni in ruolo. Insomma, sebbene poco o nulla se ne parli, il
reclutamento voluto dalla 107 è stato un fallimento. Non si vuole fare
la caccia alle streghe ma un minimo di assunzione di responsabilità,
dalle Istituzioni, ce lo saremmo aspettato. Invece, è arrivata la “fase
transitoria” non prevista dalla 107 ma che in parte la sconfessa,
almeno dal nostro punto di vista. Ora, quindi, attendiamo che la
Fase transitoria vada a regime, sperando che almeno saranno rispettati
i propositi che, in modo informale, sono trapelati dal MIUR, ovvero di
dare avvio a questa fase già nell'immediato.
La cautela è d'obbligo, a parer nostro, perché molti, troppi, sono
stati i propositi traditi dai fatti, non ultimo quello di azzerare il
precariato, più florido che mai. Tuttavia, non possiamo negare il
tentativo di conciliare il progetto della legge 107, che Adida e molte
altre associazioni hanno contestato come non emendabile, con le
prerogative dei docenti delle graduatorie d'istituto e le esigenze del
sistema scolastico, mai come quest'anno a corto di docenti. Le
disastrose vicende del Concorso 2016, l'esclusione di personale
abilitato dai piani d'assunzione, il reiterato utilizzo di precari
abilitati e non abilitati, hanno imposto una presa d'atto
dell'insufficienza di misure che, sebbene presentate come risolutive,
innovative, strabilianti, hanno fatto acqua da tutte le parti, sul
versante del reclutamento innanzi tutto. Ma per leggere correttamente
il risultato ottenuto, è necessario non dimenticare che chi lo ha
prodotto appartiene alla stessa maggioranza che ha votato la legge 107,
che la considera un'ottima legge e che ha un'idea politica che al
momento non si sconfessa e non si discosta da quanto sostenuto finora.
Dispiace il malcontento dei colleghi di III fascia, che si sentono
traditi dai colleghi di II, per una forma di reclutamento che li vede
in parte esclusi, imputandone la colpa a loro, senza pensare che chi ha
varato il Decreto non vuole affatto allontanarsi da un impianto
normativo che ha contribuito a definire, solo aggiustarlo un po',
salvando capre e cavoli. Non tutte le capre e tutti i cavoli, alcuni.
Le ragioni sono in parte già state esplicitate, altre resteranno sempre
e solo idee e sospetti... ma di fatto la situazione è questa. Come si
poteva sperare che questa maggioranza contribuisse a generare nuovi
abilitati, dopo il trattamento riservato ai vecchi? Come si poteva
sperare il percorsi riservati senza percorsi ordinari? Questioni che
fanno emergere la volontà di contenere i numeri, cosa che nulla ha a
che fare con qualità e merito, come più volta abbiamo sottolineato.
Quando furono ottenuti i PAS, si trattò di una vittoria di Pirro...
Ora, almeno, chi della III fascia è contemplato dal transitorio potrà
alla fine del percorso essere stabilizzato. Non è cosa di poco conto
anche se esclude tanti. Anche i PAS escludevano, del resto...
Consideriamo quella di oggi una giornata importante, ma non la vittoria
definitiva, un'altra bandierina! Non finiremo di lottare fino a quando
saranno perpetrate ingiustizie a danno dei docenti precari delle
graduatorie d'istituto, cosa per la quale Adida è nata!
Valeria
Bruccola, Coordinatrice Nazionale Adida