Nelle scorse settimane
è stata pubblicata la piattaforma del governo
per il contratto della scuola (l'Atto di indirizzo dell'ARAN). Si
prevedono aumenti di 85 euro lordi medi, distribuiti "tra componenti
stipendiali ed altre voci della retribuzione" e comprensivi di
"un'adeguata valorizzazione della professionalità e delle competenze".
Cioè 40/50 euro reali, non solo sullo stipendio base e con
differenziazioni in base al "merito". Gli unici aumenti veri, di 400
euro netti, saranno per i dirigenti. CGIL, CISL, UIL e SNALS hanno
definito le proprie linee contrattuali,
decisamente insufficienti e sbagliate. Hanno accettato il tetto degli
85 euro lordi (chiedendo al più "risorse aggiuntive"), rimandando
ulteriori recuperi al successivo Contratto "tenuto conto dell'attuale
situazione economica" e quindi accettando l'impostazione del governo
che concentra le risorse su spese militari e decontribuzione alle
aziende, ma non sulla scuola pubblica.
In più propongono una differenziazione sul merito: una "progressione
accelerata della carriera", oltre quella di anzianità, basata sulla
valutazione del lavoro d'aula e di inserire nella contrattazione di
istituto il "bonus" della 107, coinvolgendo così le RSU in questo
processo distruttivo. Anche se inserita nel contratto, questa
differenziazione salariale (basata su criteri comunque arbitrari), non
può che dividere ulteriormente la categoria, creare tensioni nelle
scuole, attaccare la libertà d'insegnamento e il libero confronto degli
insegnanti, basi di una scuola democratica.
I lavoratori e le lavoratrici della scuola, insegnanti e personale
A.T.A., stanno iniziando a mostrare scontento e rabbia. Lo hanno fatto
sottoscrivendo con decine di migliaia di firme appelli on line,
manifestando nelle assemblee e nelle riunioni sul territorio un
sentimento diffuso di protesta.
Noi pensiamo che sia ancora possibile cambiare tutto questo, ma che per
farlo sia necessario rilanciare e estendere questa resistenza e
questa protesta collettiva coinvolgendo sempre di più tutti i
lavoratori e le lavoratrici della scuola. Per questo già da fine
settembre abbiamo promosso, online e nelle scuole, l'appello per un
vero contratto della scuola (www.appellocontratto.com).
Per questo pensiamo oggi che sia importante che tutti i sindacati:
1) chiedano, in questo contratto, aumenti uguali per tutti che
recuperino i 300 euro persi dal 2009, senza accettare di inserire nel
contratto elementi della legge 107 come la valutazione del "merito" o
la contrattualizzazione del "bonus";
2) organizzino subito, prima di qualunque firma, assemblee in tutte le
scuole ed in tutti i territori per consultare i lavoratori e le
lavoratrici su tutti i punti principali del contratto: aumenti e
composizione dello stipendio, valutazione e differenziazione salariale,
carichi di lavoro, organici, contrasto della 107
3) lancino da subito una forte mobilitazione: solo con uno sciopero il
più possibile unitario e una manifestazione nazionale, infatti, gli
insegnanti e il personale ATA possono pensare di contrastare le
richieste del governo, ed ottenere reali aumenti salariali, oltre che
difendere le proprie condizioni di lavoro.
E' quindi importante rilanciare la diffusione e la sottoscrizione del
nostro Appello "per un vero contratto della scuola", portarne i
contenuti in ogni assemblea ed ogni riunione sindacale, proporli al
voto, rilanciarli sui social e online, chiedere con forza ai propri
sindacati ed RSU di sostenerle.
E' questo il modo concreto che abbiamo per batterci contro una chiusura
al ribasso del nostro contratto, contro qualunque forma di accettazione
del cosiddetto "salario al merito", contro il peggioramento delle
condizioni di lavoro previste nella piattaforma del governo.
Per costruire un fronte unitario di tutti i lavoratori e le lavoratrici
della scuola, che spinga tutte le organizzazioni sindacali ad una vera
battaglia contrattuale.
I promotori dell'appello "Per un vero
contratto della scuola"
assembleacontrattoscuola17set@yahoo.com