"Finalmente" è stato
pubblicato il bando che permetterà l'avvio della
cosiddetta fase transitoria per il reclutamento dei docenti della
scuola secondaria di primo e secondo grado. Più volte ho definito
questo provvedimento una "toppa" che il MIUR ha messo su uno strappo
del sistema di reclutamento voluto dal governo Renzi e normato dal
governo successivo. Ma è evidente che, dopo la sentenza del Consiglio
di Stato che ha chiuso le porte della stabilizzazione ai docenti della
scuola primaria e dell'infanzia, questa toppa è striminzita e non copre
affatto l'incresciosa situazione di tutti i docenti delle
graduatorie d'istituto, acuita dalla citata sentenza.
Se è vero che la fase transitoria dovrebbe restituire dignità
professionale e prospettive a docenti abilitati estromessi dai piani di
stabilizzazione previsti dalla legge 107, dopo la sentenza
dell'Adunanza plenaria essa mette in evidenza la grave esclusione da
qualsiasi forma di riconoscimento i docenti abilitati di seconda fascia
destinati all'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella primaria.
Quando il nuovo reclutamento andrà a regime, infatti, quali sono le
misure previste dal MIUR per i precari storici di questi segmenti di
scuola? Probabilmente anche al MIUR, sebbene la soddisfazione
ostentata, non si aspettavano una sentenza di esclusione dalle GAE dei
docenti diplomati magistrali, dopo numerose sentenze definitive a
favore, ma nessuno lo dice apertamente. Lo dicono i fatti, però, e la
normativa adesso in vigore, che non li contempla.
La situazione attuale, all'indomani della drammatica sentenza, è assai
grave e senza prospettiva, e impone, come andiamo dicendo da mesi, una
soluzione politica urgente e immediata, per salvaguardare lo status quo
che vede in servizio oltre 50.000 docenti, parte dei quali a tempo
indeterminato. Sarebbe stato necessario avviare un percorso politico
molti mesi fa, quando la proposta che facemmo di una risoluzione
avrebbe avuto i tempi tecnici per essere realizzata e su di essa non
avrebbe gravato una pesate sentenza della quale, secondo le
dichiarazioni del MIUR, non si potrà non tenere conto. Ma questa
risoluzione è stata osteggiata da più parti, salvo poi ripescarla dal
cilindro adesso, ostentando un tardivo buonsenso, quando ormai partiti
e ministero sono in tutt'altre faccende affaccendati. E' persino
passata in sordina la notizia secondo la quale l'Avvocatura dello Stato
emetterà il suo parere solo il 23 marzo prossimo.
Ci sembra scandalosa la mancanza di senso di responsabilità da parte
delle istituzioni che, invece, avrebbero dovuto e potuto, nel rispetto
delle persone soprattutto, oltre 50.000 con le loro rispettive
famiglie, assumersi l'onere di trovare risposte immediate e risolutive
ad un problema annoso come quello dei precari sfruttati dallo Stato per
anni e relegati nelle graduatorie d'istituto senza alcuna possibilità
reale di ambire alla stabilizzazione. Sono chiacchiere quelle che
parlano dei concorsi come opportunità, data la disponibilità di posti
banditi mai sufficienti al reale fabbisogno. Nonostante la contrazione
delle cattedre, infatti, dovuta all'aumento degli alunni per classe ed
alla abolizione dei moduli e delle compresenze, in molte regioni si
reclutano i docenti da MAD e a metà anno scolastico oltre mille
cattedre risultano ancora vacanti.
Ormai siamo alla vigila delle elezioni politiche e nonostante la nostra
mobilitazione e l'iniziativa di gruppi di docenti che finalmente hanno
acquisito consapevolezza, dopo anni di inerzia e attesa, ogni soluzione
slitterà, nella migliore delle ipotesi ad aprile, ad anno scolastico in
dirittura d'arrivo.
L'atteggiamento del MIUR, trincerato dietro alla volontà di rispettare
il diritto, è inaccettabile, dal momento che è stato più volte
commissariato per non aver ottemperato a ordinanze e sentenza.
Noi, come associazione ma anche come docenti, non possiamo abbassare la
guardia e dobbiamo continuare la mobilitazione, ben sapendo però che
dovrà essere ancora più serrata all'indomani delle elezioni, sebbene
l'incertezza e la confusione che regna in politica. Tra dichiarazioni
fumose e generiche rassicurazioni, sono pochissime le prese di
posizione nette e realizzabili. Se la questione non sarà presa in
carico in modo veloce, la questione assumerà proporzioni gravi,
soprattutto per le scuole, gettate anch'esse in una assenza di
direttive inaccettabile.
Valeria Bruccola