C'è
una categoria di lavoratori, e precisamente il personale ATA-ITP ex
EE.LL. (DSGA-AA-AT-CS ed ITP), attualmente alle dipendenze dello Stato,
a cui vengono corrisposte pensioni - dopo 35 e più anni di servizio -
di gran lunga inferiori a quelle dei colleghi che hanno svolto le
identiche mansioni lavorando da sempre nello Stato. Il loro assegno
pensionistico, infatti, per effetto del famigerato accordo
ARAN-CGIL-CISL-UIL-SNALS del luglio 2000 - che bloccò l'attuazione
della legge 124/1999 - viene calcolato prendendo come riferimento una
fascia stipendiale, a seguito della modalità degli inquadramenti
attuati, che è circa la metà di quella che invece spetterebbe loro, se
fosse stata riconosciuta tutta l'anzianità maturata con il servizio
svolto alle dipendenze degli Enti Locali. Detto riconoscimento era
sancito dalla legge 124/99, ma venne "bloccato" subito dopo il transito
allo Stato, avvenuto il 1° gennaio 2000, dall'accordo tra i Sindacati e
l'Aran (20 luglio 2000).
Ecco alcuni casi:
a) la pensione di M. B. (Collaboratore Scolastico), andato in pensione
a 59 anni con 37 anni di servizio, è stata calcolata su una fascia
stipendiale in godimento di 21/27 anni (nella quale si è venuto a
trovare a seguito dell'inquadramento attuato);
b) la pensione di B. G. (Assistente Amministrativo), andato in pensione
a 62 anni con 42 anni di servizio, è stata calcolata su una fascia
stipendiale in godimento di 21/27 anni (nella quale si è venuto a
trovare a seguito dell'inquadramento attuato);
c) la pensione di V. L. (Assistente Tecnico), andato in pensione a 58
anni con 32 anni di servizio, è stata calcolata su una fascia
stipendiale in godimento di 15/20 anni (nella quale si è venuto a
trovare a seguito dell'inquadramento attuato);
d) la pensione di A. V. (Direttore S.G.A.), andato in pensione a 60
anni con 36 anni di servizio, è stata calcolata su una fascia
stipendiale in godimento di 15/20 anni (nella quale si è venuto a
trovare a seguito dell'inquadramento attuato);
e) la pensione di L. A. (Insegnante Tecnico Pratico), andato in
pensione a 65 anni con 42 anni di servizio, è stata calcolata su una
fascia stipendiale in godimento di 21/27 anni (nella quale si è venuto
a trovare a seguito dell'inquadramento attuato).
Un danno economico che ricade, oltre che sull'assegno mensile
pensionistico, anche sul conteggio finale del TFR.
Se, invece, fosse stata loro riconosciuta tutta l'anzianità maturata,
ai sensi della Legge 124/1999 art. 8, si troverebbero nella fascia
stipendiale più alta, quella di 35 anni e più, come avviene per i
colleghi dello Stato e, di conseguenza, con un assegno pensionistico
calcolato su uno stipendio realmente spettante in base all'anzianità
maturata nel servizio svolto.
È assurdo, vergognoso ed immorale!!!!! Ma è ciò che accade!
Quelli appena descritti sono i clamorosi effetti che stanno venendo
fuori a seguito di quel famigerato accordo del 20 luglio 2000. Gli
stessi sindacalisti firmatari (CGIL-UIL-CISL-SNALS) in varie occasioni
hanno ammesso l'errore, dimostrando anche "imbarazzo e disagio" per
l'operato. Del resto anche la stessa ARAN dichiarava davanti ai giudici
della Sezione Lavoro del Tribunale di Milano, in sede di accordo
interpretativo ex art. 64, d.lgs n.165/2001, che l'Accordo del luglio
2000 voleva essere solo la premessa per un primo inquadramento dei
dipendenti ex EE.LL. e non un diniego dell'anzianità maturata. Sta di
fatto che, anche quando sono emersi i seri danni economici che detti
inquadramenti hanno causato e stanno causando ai dipendenti ex EE.LL.,
non si sono mai decisi a pronunciare un dignitoso e seppur ritardatario
"mea culpa", non hanno chiesto scusa e non hanno mai messo mano
seriamente al da farsi per riparare al danno causato.
In varie occasioni, tuttavia, si erano impegnati a farlo, come nella
Legge Finanziaria per il 2008 - Legge 24/12/2007 all'art. 3, co 147 -
in cui era previsto che in sede di rinnovo contratto biennio 2008-2009
sarebbe stata esaminata la posizione giuridico-economica del personale
interessato.
Tutto ciò ha creato alla nostra categoria una situazione di grandissimo
disagio economico, di drammaticità nell'affrontare il vivere quotidiano
che, in molti casi, sfiora il limite del vivere in modo dignitoso.
Oltretutto si tratta di personale che sta anche restituendo ingenti
somme (dai 15.000,00 ai 70.000,00 e più Euro), a seguito di sentenze
negative.
Eppure le Corti di Giustizia Europee hanno dato ragione ai lavoratori
ricorrenti ed hanno in vari casi stigmatizzato tali pronunce dei
tribunali nostrani, condannando l'Italia (Governo Berlusconi) per
avere, a distanza di cinque anni dal passaggio allo Stato nell'anno
2000, emanato un' "Interpretazione Autentica" (L.266/2005 co.218) ed
essersi di fatto "rimangiato" quanto aveva stabilito la Legge 124/99
che doveva - quella sì! - regolare il passaggio degli ATA-ITP ex EE.LL.
allo Stato.
Oggi, mentre sta emergendo tutta la drammaticità del danno enorme
causato dalla leggerezza dei sindacati della scuola
(CGIL-UIL-CISL-SNALS), gli ATA-ITP nonostante il tempo trascorso sono
decisi a non temporeggiare più, anzi vogliono recuperare il tempo
perduto. Dopo aver aspettato l'uscita dalla crisi economica ed in vista
di un cambio di rotta dei governi, queste persone hanno deciso di
portare all'attenzione del nascente governo tutta una serie di
iniziative, a partire da una raccolta di firme, fino al ritorno in
Piazza Montecitorio con una mobilitazione Nazionale.
Il personale ATA-ITP ex EE.LL. vuole porre rimedio ad una così grave
ingiustizia, subìta e vissuta ogni giorno e da troppi anni.
Intanto è partita una petizione nazionale, inviata a tutte le scuole
della penisola, che sta riscuotendo tantissime adesioni.
È importante far sentire la nostra voce, anche attraverso questa
Petizione online!
Il link è il seguente: https://www.change.org/p/politici-decurtazione-del-stipendio-personale-ex-eell
Ad essa seguiranno subito nuove iniziative politiche e sindacali,
lanciate su più fronti.
Roma,
05/04/2018
IL COMITATO ATA-ITP ex EE.LL
Antonio Brunaccini
Vincenzo Lo Verso