
Il ministero, che si era costituito in giudizio contro le pretese della ragazza, è stato condannato a pagarle le spese legali per un totale di 1000 euro. Per quanto riguarda la presunta «insufficiente correttezza formale» del tema di italiano, la copia del manoscritto «reca taluni segni che nulla spiegano sulle imperfezioni formali ascritte all'elaborato stesso»; quanto alla prova di Economia Aziendale, per il Tar non sono corrette le censure degli insegnanti, quando hanno sostenuto che non fosse abbastanza originale e interdisciplinare: da un lato «non si riesce a comprendere in cosa consista il parametro dell'originalità applicato ad una prova di spiccato carattere tecnico e matematico» e dall'altro «non emerge che gli studenti siano stati resi edotti, in sede di traccia del testo d'esame, della necessità di procedere con un approccio interdisciplinare e, ad avviso del Collegio, si tratta di un'omissione significativa".
In forza di queste motivazioni gli atti impugnati sono stati annullati e la valutazione dovrà essere ripetuta, anche se «con esclusivo riferimento ai profili critici evidenziati». Se dopo questo nuovo giudizio alla giovane verrà attribuito un punteggio complessivo pari o superiore a 70/100, «la Commissione dovrà, altresì, pronunciarsi sulla possibilità di concederle il punteggio integrativo fino al massimo di numero 5 punti».
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