Ospitalità quale luogo in cui gli ambienti vengono "ripensati", nell'ottica di un miglioramento costante della qualità della vita scolastica giornaliera, a cominciare dal colore delle pareti, dagli arredi, dalla disposizione dei banchi, dagli angoli attrezzati, dall'agorà. Quest'ultima, rappresenta un'area dove i ragazzi possono ascoltare le lezioni, confrontarsi, analizzare le problematiche, rilevare i propri errori, trovare soluzioni, leggere libri, discutere su quanto succede nel mondo, magari seguendo in diretta un programma, un documentario, esercitando lo scambio e il confronto tra allievi e tra allievi e docente.
Responsabilità intesa come esercizio di esperienze concrete, in autonomia di movimento e di scelta, accogliendo le sfide, risolvendo problemi, svolgendo compiti reali, all'insegna di un significante apprendimento cooperativo.
Di considerevole importanza, per il modello "Scuola senza Zaino", è il ruolo dell'insegnante che non dispensa il sapere dalla cattedra, ma si muove tra i tavoli, continua a spiegare, a guidare, a valutare, a coinvolgere il singolo così come il gruppo, in un clima affettivo sereno, in uno spazio di ascolto e parola, in un tempo disteso, dove ogni alunno è reso partecipe del lavoro da svolgere, perché ha un quadro chiaro di ciò che lo terrà impegnato, tramite il planning delle attività organizzate, condiviso con l'intera comunità scolastica.
In un modello, quale è il "Senza Zaino" che attua l'integrazione tra saperi disciplinari e pratica laboratoriale, cura la ricerca e l'utilizzo di materiali alternativi e sperimenta le nuove tecnologie, le discipline diventano vive e attive, come attivo diventa l'alunno, protagonista del proprio apprendimento, co-costruttore del proprio sapere, fruitore dinamico di un servizio. Un servizio volto a garantire interventi comuni finalizzati alla piena inclusione, offrendo un percorso di insegnamento che favorisca il successo formativo di tutti, promuovendo la piena realizzazione della personalità dell'allievo a livello culturale, sociale ed etico.
Il "Senza Zaino" è un modello che si caratterizza per un diverso modo di apprendere, un diverso approccio all'apprendimento sostenuto dai più grandi pedagogisti che hanno evidenziato il valore del "fare" degli allievi in autonomia. In verità non si tratta di un modello ex novo, ma di un modello che affonda le radici nella pedagogia di autori come Pestalozzi, Rousseau, Dewey, Freinet, Cousinet, Steiner, Montessori, Bruner, Vygotskij, Gardner, Sternberg, ecc. Autori che hanno messo in rilievo l'importanza di un modello di scuola che non assegna il primato al cognitivo, alla trasmissione sterile di contenuti tout-court, ma una scuola che considera l'alunno nella sua unità di mente e corpo, che fa interagire teoria e prassi, che suscita interesse e motivazione per l'apprendimento, attraverso l'esperienza. Ciò che Maria Montessori ha affermato molti anni fa è stato confermato dagli studi delle neuroscienze, le quali proclamano, oggi, l'importanza della percezione, dell'esplorazione sensitiva, del movimento, per un apprendimento significativo e duraturo nel tempo.
In questo contesto, il ruolo del docente non è più quello di "trasmettere" conoscenza, ma è quello di accompagnare, o meglio, come suggerisce la Montessori, di "affiancare" l'alunno, nel senso proprio di "stare-a-fianco", non per giudicare, ma per ascoltare, guidare, sostenere l'alunno nei suoi sforzi; rispondere ai suoi bisogni, creare occasioni di apprendimento, rispettando modi e tempi di tutti e di ciascuno!
Il modello Senza Zaino non è, pertanto, un "modello alternativo" alla scuola tradizionale, ma un "modello complementare"; è un modello in cui i ragazzi sono ri-chiamati alla cura, alla responsabilità, al rispetto di sé, degli altri, dell'ambiente; è un modello in cui l'alunno è valorizzato per quello che "è", per le sue capacità, le sue doti, le sue aspirazioni, i suoi talenti.
Nell'ottica di unascuoladell'autonomia intesa a migliorare laqualitàdel servizio, partendo proprio dalla crescita professionale, i docenti dell'Istituto Comprensivo di Santa Venerina hanno abbracciato l'innovazione del "Senza Zaino", quale modello idoneo a costruire percorsi integrati che puntano all'unitarietà della persona.
Condizione sine qua non, affinchè la didattica non sia una mera tecnica di trasmissione della conoscenza, ma si configuri quale prassi di un agire educativo significativo, è l'impegno della scuola nel prestare attenzione a nuovi contesti educativi di cittadinanza, sostenibilità ambientale, sociale, economica, culturale, e a nuove competenze comunicative, collaborative, tecnologiche, per dar vita a nuove forme di apprendimento che prestino attenzione al fattore cognitivo così come a quello emotivo, promuovendo motivazione e autostima negli alunni.
Come è stato sottolineato nei vari incontri formativi, si tratta di "Far emozionare al sapere", si tratta di "Immettere emozioni all'interno del processo della conoscenza, per promuovere un sentimento positivo verso la conoscenza stessa!"
Maria Torrisi