
Parti cospicue della società per paura e per coltivato egoismo hanno smesso di essere miseri-cordiose e di avere com-passione e contro ogni logica e soprattutto con livore crescente si addebita ad ogni povero disgraziato la colpa del suo stato di disagio. Società che si sono proclamate modelli ed esempio di libertà e di coesione sociale covano nel proprio seno i germi della dissoluzione di ogni forma di solidarietà e voltano le spalle alle tragedie e alle sciagure che si abbattono su moltitudini di uomini, donne, bambini e anziani, costrette per disperazione a sfuggire alle persecuzioni, alle guerre, alla fame, alla morte.
Temerariamente si grida la volontà di non volere essere più umani e di stabilire differenze incolmabili tra le persone, creando le condizioni dell’inferno per tutti. Credo che quando l’arbitrarietà diventa il segno distintivo della gestione del potere, per tutti gli uomini di buona volontà sorge il dovere di superare le proprie divergenze e di unirsi per contrastarla con decisione e coraggio. E’ imperativo categorico impegnarsi perché ogni vita, la nostra come quella dei migranti, sia degna di essere vissuta.
Raimondo Rosario Giunta