La carenza dei
medici, come è annunciato da anni, sta diventando un problema
ingestibile. L’apprendista stregone dell’autonomia differenziata Zaia
ricorre per colmare i vuoti della celebrata Sanità veneta al brillante
provvedimento di reclutare medici pensionati. Un anestesista di 85 anni
(caso incredibile ma vero salito giustamente agli onori delle cronache
nazionali) o un medico ultrasettantantenne la notte al pronto soccorso
diventeranno le credenziali di un servizio sanitario nazionale, che la
Lega vuole definitivamente rendere particolaristico. Non più
rassicurante appare l’incipiente esplosione del precariato, con
contratti di pochi giorni e paradossali ma inevitabili sono i viaggi
dei governatori leghisti per reclutare medici stranieri!
Tutto si fa tranne che affrontare le cause reali del problema che si
chiamano tagli all’istruzione ed alla Sanità e numero chiuso
all’Università. Il cuore delle politiche liberiste. Il ministro
Bussetti promette un ridicolo ampliamento di posti. E comunque non c’è
da fidarsi vista la surreale discussione di qualche mese fa (in
sequenza: abolizione del numero chiuso annunciata dalla ministra
grillina, appoggio di Salvini, protesta dei Rettori, dichiarazione di
Bussetti di non saperne niente, nulla di fatto e tutto come prima).
C’è dunque bisogno di una grande mobilitazione su una piattaforma molto
semplice: abolizione del numero chiuso, aumento consistente delle borse
di specializzazione, investimenti reali su un sistema sanitario che
deve rimanere nazionale e pubblico. Meno mercato e più Stato. Una
mobilitazione che deve vedere uniti il mondo dell’istruzione e quello
della sanità. Lavoreremo per questo.
pcistruzione@libero.it