Quando si irride
il valore della cultura e del sapere, ma anche quando se ne fa base per
reclamare privilegi e per segnare distanze sociali, di mezzo ci
va sempre la scuola perché il lavoro che vi si deve
svolgere diventa sempre più difficile per il sospetto e il
discredito che lo insidiano. Se la scuola è periferica, marginale nel
sistema di informazione, è invece ancora imprescindibile nel compito di
trasmissione delle conoscenze e dei valori che costituiscono il
patrimonio della società. La sfida lanciata con violenza e volgarità ai
saperi e alla competenza ,a scuola va raccolta con fermezza
perché ne va della ragione della sua stessa esistenza. Sarà cura e
compito degli insegnanti dare un senso a quello che si insegna
mentre si insegna; a dare una giustificazione e una motivazione alla
fatica di apprendere.
In questo momento altro non c'è per la scuola, perché i suoi
compiti non possono essere concepiti nel vuoto
sociologico, voltando le spalle alle emergenze che premono alla sua
porta. La scuola ha un dovere di educazione nei confronti di ogni
singolo alunno, per emanciparlo da ogni forma di condizionamento e
per svilupparne le capacità razionali. Per renderlo libero e
autonomo.
Ne deriva il fatto che una scuola degna di questo nome non puo'
lasciare nessuno indietro, non puo' permettersi la rinuncia a far
crescere gli alunni in difficoltà. Sul sentimento di incapacità che
produce un certo modo di insegnare e di valutare non si costruisce
nulla di buono e tanto meno il recupero degli alunni che si sono persi
o si stavano perdendo per strada. Sono di qualità anche gli
apprendimenti degli alunni che hanno richiesto più tempo per arrivarvi.
La scuola purtroppo va in fretta e di apprendimenti ne pretende troppi.
Senza volerlo l'intensificazione del numero delle discipline ha un
involontario sapore discriminatorio. Un alunno debole, che beneficia
delle condizioni ideali d'apprendimento, può diventare tanto competente
quanto un alunno forte posto in condizioni normali d'insegnamento (M.
Crahay).
Per fronteggiare il disprezzo della conoscenza e della cultura tutti
gli alunni devono possedere gli strumenti per orientarsi autonomamente
nel lavoro e nella società e devono avere provato a scuola il
sapore del sapere, il piacere di essere e sentirsi competente.
Raimondo Giunta