Piacevolmente commossa la professoressa che mi ha raccontato di una lettera degli studenti, accompagnata da 15 rose rosse, una per ogni giorno in cui è stata allontanata dalla scuola, - definendo il gesto come "un regalo davvero splendido". Come è noto la "querelle" sfociata con la sospensione dal servizio della professoressa per quindici giorni e la privazione dello stipendio, trae origine dalla proiezione in classe di un video avvenuta il 27 gennaio scorso, quando "l'accusa" ha ravvisato un accostamento irriguardoso fra il ministro Matteo Salvini e il Duce, Benito Mussolini.
In pratica si trattava di una ricerca condotta dagli alunni della professoressa sul tema dei diritti, dove i ragazzi - in piena autonomia - avevano messo a confronto alcune leggi razziali del Ventennio con la situazione attuale. Due giorni dopo la proiezione, con una velocità a dir poco supersonica (stante ai tempi della pubblica istruzione), iniziava il calvario per la professoressa, la cui istruttoria e contradditorio avevano termine il 10 maggio ultimo scorso quando alla docente le veniva notificata la "manchevolezza", con l'irrogazione della sanzione di sospensione dal servizio, con effetto immediato, che ha scontata tutta, nonostante il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello del Miur Marco Bussetti avessero garantito la revoca del provvedimento, durante un incontro avvenuto proprio con Rosa Maria Dell'Aria la scorsa settimana a Palermo.
"L'incriminazione" è stata quella di non aver esercitato il ruolo di docente, ovvero per non aver controllato (culpa in vigilando) un lavoro realizzato dai suoi studenti in occasione della Giornata della Memoria, in cui avrebbero accostato le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza firmato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
Tuttavia, lunedì scorso (27 maggio) la professoressa Dell'Aria, vicina alla pensione dopo 40 anni di onorato servizio, ha ripreso il lavoro al Tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo, dove è stata accolta da vincitrice e non da sconfitta. La professoressa, nel ringraziare il segretario Mazzeo per la vicinanza espressa dalla Confederazione Cida Sicilia, prima di accomiatarsi ha voluto sottolineare che "La scuola in cui credo é quella del dialogo, dell'inclusione, dell'accoglienza, in cui si insegna a pensare e a rispettare l'altro, le leggi e le Istituzioni, creando cosi le basi per una società consapevole, giusta, pacifica, tollerante e umana".
La segreteria Cida Sicilia