Il 16.07.2019
si è celebrata innanzi al Tar
Lazio, Sezione Terza bis, l'udienza per l'esame di
alcuni ricorsi proposti dai candidati non ammessi alla prova
orale.
Si è trattato della prima udienza
a seguito dell'emissione delle ordinanze cautelari gemelle,
con le quali il Consiglio di Stato, sezione VI, ha sospeso
l'efficacia delle sentenze del Tar n. 8655/2019, n. 8670/2019, che
hanno disposto l'annullamento del concorso per dirigenti scolastici
2017.
Un'udienza molto attesa quella del 16.07.2019, dalla quale si facevano
discendere scenari tendenzialmente volti verso una
possibile sentenza, che, sulla scia dei
provvedimenti emessi a seguito del 2
luglio 2019, dichiarasse i ricorsi improcedibili per sopravvenuta
carenza di interesse.
Purtuttavia, gli esiti prospettati non tenevano in debito conto
l'attenzione che il Tar avrebbe riservato alla sospensiva concessa al
Miur dal Cds.
Ed infatti, pur non potendo disattendere il provvedimento cautelare
adottato dal Cds, senza necessariamente condividerlo, il Tribunale ha
scelto di aspettare prudentemente il 17 ottobre 2019, data in cui il
Cds dovrà pronunciarsi sul merito dell'appello
proposto dal MIUR, nonché dell'appello incidentale
depositato dai ricorrenti coinvolti nel giudizio di secondo grado.
Prospettando l'impugnazione della graduatoria dei vincitori (con
riserva), il Tar ha temporaneamente assunto il ruolo di spettatore,
palesando di non manifestare interesse per le istanze cautelari
avanzate dai ricorrenti, propendendo, invece, per una corsa verso
l'esame del merito dei ricorsi, semmai ciò si rendesse necessario.
I ricorrenti colgono un positivo messaggio tra le pieghe della linea
procedurale adottata dal Tribunale.
Indubbiamente, se il Cds
il 17.10.2019 confermerà la
sentenza di annullamento,
il Tar dichiarerà l'improcedibilità dei diversi ricorsi per
sopravvenuta carenza di interesse.
Nel caso opposto, invece, il Tribunale si dimostra pronto a riesaminare
nel merito tutti i ricorsi pendenti in primo grado e, conseguentemente,
le nuove censure con gli stessi proposte, alcune delle quali potrebbero
importare, per la loro forza e portata, una nuova pronuncia di
annullamento della procedura.
Il Tar, sin dal 2 luglio, ha dato applicazione al diritto,
privilegiando l'interesse pubblico, ma non sotto il profilo del sostegno
all'immissione in ruolo (ed a tutti i costi) dei nuovi dirigenti
scolastici entro il primo settembre corrente anno.
Piuttosto, nel sacrale rispetto di un diritto scevro da esigenze
contingenti, le epocali pronunce del Tribunale hanno posto
l'accento sul diverso aspetto della salvaguardia del
principio costituzionalmente garantito dell'accesso
agli impieghi delle pubbliche amministrazioni
attraverso un pubblico concorso, legittimo, trasparente ed
ispirato alla legalità. Ed è questa linea che ha mosso il 16.07.2019
l'agire del Tar.
E nel frattempo, quei 400 aspiranti Ds, temporaneamente salvati dalla sospensiva, ma che
risulterebbero esclusi dalla graduatoria finale per
punteggio insufficiente (essendo soltanto 2.900 i
posti previsti dal concorso), chiedono a gran voce di essere
dichiarati vincitori!
L'istanza è quella di vedersi inseriti in una graduatoria a
scorrimento, che consentirebbe loro l'immissione in ruolo nei prossimi
anni.
Ovviamente, c'è chi sostiene il loro
desiderio, ma c'è anche chi si chiede, innocentemente,
quale vittoria costoro possano vantare. Non si dimentichi che la
procedura è allo stato annullata, che la graduatoria sarà approvata con
riserva! E' forse giunto il momento di fermarsi ad implorare la
corretta applicazione del diritto, che non soltanto appare da molti
dimenticata, ma anche calpestata?
Avv. Enza Pamela Nastasi