A pochi giorni dal ritorno sui banchi di scuola, il segretario generale della Cisl Scuola Catania accende i riflettori sui nodi irrisolti della dispersione degli alunni della fascia dell'obbligo e sulle ricadute a livello di disoccupazione giovanile.
Dispersione scolastica fa rima sempre più... con disoccupazione giovanile. A pochi giorni dal suono della campanella, per l'avvio del nuovo anno scolastico, il segretario generale della Cisl Scuola catanese, Ferdinando Pagliarisi, analizza l'atavico nodo della mancata frequenza scolastica di circa un alunno su tre, nelle nostre aree periferiche a rischio devianza, che va certamente messo in collegamento col dramma della disoccupazione giovanile, che in Sicilia si attesta a oltre il 50 per cento dei giovani soggetti che non lavorano.
In altre parole, fra alunni che non vanno a scuola regolarmente e non conseguono alcun titolo di studio, disoccupazione ed emigrazione di “cervelli” in fuga, il quadro si fa sempre più fosco. Per il segretario di categoria infatti, “l'occupazione regolarizza gli aspetti della vita quotidiana: una disoccupazione persistente o una occupazione irregolare, ostacolano la pianificazione razionale nella vita quotidiana. La perdita di posti di lavoro, così come la necessità di trovare un posto di lavoro lasciando la propria città, non può e non deve esser vista come un atto dovuto normale e sempre giustificato, ma come un mettere in crisi un sistema familiare, sociale ed economico”. “Nel momento in cui devi cambiare città e regione, per lavoro, depauperizzi la città che lasci, che in altre parole si traduce col fatto che, i soldi che guadagni li spendi altrove, e, com’è naturale che sia, portando con te famiglia e figli impoverisci la società mettendone a rischio una crescita culturale e professionale”. Infine, conclude Pagliarisi: “Sicuramente non è percorribile l’utilizzo di un’unica politica per cambiare questa situazione: le soluzioni, più e più volte nominate, devono essere condivise e costruite su più fronti. Un rientro dei lavoratori siciliani con le loro famiglie ed un deciso miglioramento delle politiche scolastiche e formative non sono più procrastinabili. Emergenza dispersione degli alunni della scuola dell'obbligo ed edifici scolastici non a norma: nodi atavici spinosi, che attanagliano il pianeta-scuola catanese, continuano ad essere rappresentati dalla mancata frequenza delle lezioni degli adolescenti in alcune realtà periferiche cittadine, degradate e a rischio devianza minorile, e dal pericolo rappresentato dagli edifici non a norma sulla sicurezza, nella misura di 6 strutture su 10”.