Carissimi
colleghi e compagni di sventura Il tempo passa e un altro anno
scolastico ormai è iniziato fra mille problemi ennesime discriminazioni
e solita scontata mancanza di considerazione nei confronti del
personale ATA. Purtroppo tutte le nostre giuste rivendicazioni che
esplicitiamo di seguito passano in secondo piano, anzi scompaiono
addirittura, di fronte a quanto successo a Milano, perché nulla è
paragonabile alla vita di un nostro piccolo alunno che non c’è più a
seguito di un tragico incidente accaduto nella sua scuola durante
l’orario scolastico; profondamente colpiti siamo vicini alla famiglia
in questo terribile momento ed evitiamo di rivangare quello che abbiamo
sempre affermato con forza ma che solo ora tutti stanno ribadendo.
E’ cambiato il Governo ma i nuovi e/o vecchi politici continuano a
proferire elogi ai docenti promettendo loro aumenti stipendiali “…..È
necessario dare un riconoscimento agli insegnanti. Penso ad un aumento
mensile a tre cifre,….””……Bisogna creare le condizioni perché i docenti
possano fare bene, solo a quel punto valutazione e premio per merito….”
“....i docenti italiani, come ci ha ricordato recentemente il rapporto
Ocse, sono tra i meno pagati in Europa: aumentare la loro retribuzione
è doveroso, trovare le risorse deve essere un impegno prioritario di
tutto il governo…” ”….Il problema è che lo stipendio di chi insegna in
Italia, come certificato di recente dall’Aran, è talmente ridotto ai
minimi termini che anche il costo della vita lo ha sovrastato:
addirittura di 12-14 punti di inflazione certificata negli ultimi dieci
anni rispetto ai compensi mensili. Un ritardo che è stato quantificato
in oltre mille euro di potere d’acquisto solo negli ultimi sette
anni…”. E chi più ne ha più ne metta…… o sarà solo una distrazione un
refuso e tutti pensano di aumentare gli stipendi giustamente anche al
personale amministrativo tecnico ausiliario che vive lavora e si
prodiga nelle scuole statali?...............
Peccato che nessuno si ricordi o colpevolmente non sappia che, come
abbiamo fatto notare più volte, sono gli stipendi degli assistenti e
dei collaboratori che fanno abbassare notevolmente la media stipendiale
dei dipendenti della scuola statale come si può evincere facilmente
consultando le tabelle con le retribuzioni lorde mensili:
collaboratore scolastico: 1390,21 - assistente amministrativo o
tecnico: 1538,27
docente di scuola primaria o infanzia: 1871,93 - docente di scuola
secondaria: 2014,38.
Pertanto decisamente molto bassi, se si pensa che il netto di un
collaboratore si aggira sui mille euro, considerando inoltre che spesso
il titolo di studio è uguale o maggiore a quello degli insegnanti e che
le mansioni svolte attualmente non corrispondono più alla sorpassata ed
anacronistica ma purtroppo sempre in vigore carriera esecutiva.
Speriamo che il nuovo Governo punti come detto sulla scuola, eliminando
le diseguaglianze sociali e valutando quindi e finalmente gli ATA
aumentandone in maniera consona gli organici in quanto sono figure
indispensabili anche per la sicurezza e la sorveglianza.
I fondi si possono e devono reperire come abbiamo più volte affermato
ad esempio con la eliminazione del “carrozzone” INVALSI, la drastica
riduzione dei finanziamenti alle scuole paritarie che non utilizzano le
graduatorie statali per le loro assunzioni ma altri sistemi…,
l’eliminazione della figura dei revisori dei conti per le scuole, l’uso
di tutti i risparmi generati da vari ridimensionamenti e contrazioni
organiche solo per il comparto scuola pubblica, il blocco degli aumenti
alle pensioni “baby”, l’eliminazione e/o riduzione delle spese militari
all’estero, la diminuzione degli stipendi di politici parlamentari e
addetti alle Camere, la riduzione del numero dei parlamentari (che
forse finalmente sarà varata?!?), la riduzione delle consulenze esterne
da riassegnare all’interno della P.A. o nelle Commissioni Parlamentari,
la riduzione degli affitti della P.A. verso terzi ecc….
Eclatante è stata la decisione, non dissimile da quella degli anni
precedenti, di prevedere per le nomine in ruolo solo 7.646 posti a
fronte dei circa 19000 vacanti, procurando pertanto alle scuole e,
ovviamente all’utenza e in primis agli alunni, notevoli problemi, ma di
assumere a tempo indeterminato dal primo gennaio 2020 i lavoratori
delle cooperative private; anche questa volta si è deciso di NON
stabilizzare i nostri precari su tutti i posti vacanti con una fase
transitoria di assunzioni da attingere, oltre che dalla prima fascia,
anche, in caso di esaurimento delle permanenti, da nuove graduatorie
provinciali, da istituire con una apposita legge, che comprendano tutti
gli aspiranti inseriti in seconda e terza fascia che abbiano prestato
servizio per almeno 180 giorni in sole scuole statali nella stessa
qualifica e che abbiano anche il titolo di studio attualmente
necessario, come ora stanno proponendo, ma solo per i docenti come al
solito, alcuni sindacati e parlamentari. In tal modo si riuscirà “a
premiare il servizio già prestato, ma senza dimenticare la
meritocrazia”, e si “restituirebbe alle scuole il personale adeguato e
necessario per garantire la giusta vivibilità delle aule, per gli
studenti e per gli stessi lavoratori” perché, come è stato giustamente
detto “bisogna proprio ribaltare l’idea che dalla crisi si esca
soltanto tagliando e risparmiando” e si eviterebbe di avere in servizio
personale non qualificato.
Altra assurdità è stata la telenovela relativa ai fondi del FIS che
sono stati accreditati alle scuole solo ad agosto inoltrato; questo
ritardo vergognoso era dovuto ufficialmente all’Ufficio Centrale di
Bilancio del Mef, che non aveva ancora registrato i relativi decreti,
ma il risultato comunque è stato che le segreterie hanno dovuto
affrontare l’ennesimo super lavoro, tra l’altro in un periodo di
meritate ferie, per poter pagare i compensi al personale interessato
che tuttavia in molti casi ha preso in ritardo quanto dovuto.
Anche la Commissione paritetica sull’ordinamento professionale del
personale ATA istituita ai sensi dell’art. 34 del CCNL 2016-2018 e
voluta probabilmente per non procedere in sede di contrattazione alla
doverosa e da noi più volte richiesta revisione di aree e profili,
ormai inadeguati rispetto a tutti i mutamenti dovuti all’autonomia e
all’innalzamento dei titoli di studio necessari, si è riunita solo tre
volte dalla sua costituzione perché nessuno ha compreso che i
lavoratori ATA sono ormai oberati da impegni e compiti sempre più
complessi e stressanti.
Non è stata ancora trovata una vera soluzione per la problematica
situazione in cui versano quegli assistenti amministrativi facenti
funzione DSGA, sfruttati dall’Amministrazione che oggi ritiene che non
siano più competenti in quanto senza laurea specifica (ma ci sono
ministri non laureati o addirittura non diplomati).
Il lavoro dei direttori dei servizi generali ed amministrativi, degli
assistenti amministrativi e tecnici e dei collaboratori scolastici è
anche quest’anno, e da ora purtroppo ancor di più, oltremodo stressante
fra mille incombenze, continui e ulteriori trasferimenti di compiti da
altre amministrazioni, come ad esempio l’INPS, sistemi che non
funzionano, attrezzature obsolete, carenze ormai croniche degli
organici dovute ai tagli perpetuati negli anni e alla mancata revisione
dei loro criteri di definizione, divieti di sostituzione colleghi
assenti e a volte penuria di disposizioni precise. Inutile dilungarci
in esempi dettagliati poiché tutti voi conoscete perfettamente questa
drammatica situazione vivendola ogni giorno, ma vogliamo ricordare che
sicurezza e sorveglianza devono essere sempre e comunque “garantite nei
luoghi in cui i nostri ragazzi passano le giornate”, perché non ci
siano più tragedie immani; a tal proposito confidiamo che gli organismi
preposti intervengano al più presto soprattutto su organici e divieti
assurdi.
Il personale ATA non può e non deve essere equiparato agli altri
dipendenti pubblici in quanto il suo lavoro è totalmente diverso
essendo a contatto con minori, perciò il MIUR deve pretendere che non
vengano applicate anche alle scuole misure pensate per la pubblica
amministrazione nel suo insieme; auspichiamo pertanto che si elimini
effettivamente, e non solo a parole, la decisione di impegnare milioni
di euro, sottratti ad investimenti necessari come per la sicurezza e la
funzionalità, per installare costosi rilevatori di impronte per
combattere un assenteismo non presente nelle scuole.
Tutti voi dovreste finalmente capire che solo unendoci potremo farci
rispettare e considerare ottenendo un giusto riconoscimento giuridico
ed economico; da parte nostra cercheremo di far recepire ai nostri
governanti e ai media le nostre e vostre giuste rivendicazioni offrendo
la nostra consulenza e mettendoci a disposizione di chi vorrà
finalmente e fattivamente interessarsi alle nostre problematiche in
modo da rendere i nostri istituti luoghi dove tutti, sia alunni in
primis che personale possano vivere e lavorare con serenità e
tranquillità.
Anche se profondamente rattristati da quanto successo, vi e ci
auguriamo comunque un buon lavoro nel delirio quotidiano delle nostre
scuole statali, che sopravvivono anche grazie al nostro e vostro
modesto ma essenziale contributo.
Dipartimento stampa Feder.ATA