A detta
dell’ex Ministro Fioramonti "pare che le risorse non si trovino mai
quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano
centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre
finalità quando c'è la volontà politica". Appunto … quando c’è la
volontà politica! (escludo ogni commento sui politici in campo perché
ogni riferimento non sarebbe casuale!) Se ripercorriamo gli ultimi 25
anni del governo del paese, la scuola è stata considerata uno dei
bancomat dello Stato italiano, depauperata, aggredita ed oltraggiata da
tutti: parafrasando Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo … piccone con
il tacito assenso di tanti, troppi complici! Scelte politiche, silenzi
sindacali e più o meno velate condivisioni dei protagonisti del
panorama culturale hanno determinato una inesorabile emergenza
ontologica del sistema scolastico ed una generale perdita di fiducia da
parte della società italiana.
Si è voluto portare la scuola ad una condizione di sofferenza da curare
con terapie palliative incapaci di fermare quel decadimento che ha
portato l’Italia verso l’attuale declino sociale, culturale e, per
certi aspetti, economico (altro che colpa dell’Europa!).
Pochi, in verità, hanno provato a fare una terapia sistemica per
cercare di curarne i sintomi ma nessuno ha voluto combattere le “cause
patogene” che ne hanno aggredito il ruolo sociale, l’autorevolezza
culturale, l’azione formativa ed educativa.
La scuola è divenuta la più debole istituzione dello Stato per
inaccettabili motivi economici, per inqualificabili pregiudizi nei
confronti dei docenti e - nell’indifferenza generale – per l’azione
strategica del “fuoco amico” che ne ha segnato forse irreparabilmente
le sorti.
In questo ventennio, molti hanno cercato di indebolire, di frammentare,
di mettere gli uni contro gli altri secondo il motto latino “dìvide et
ìmpera”.
Una nave d’altura in balia di una tempesta ormai ultradecennale- la
scuola - senza timoniere e senza meta, nella quale il potere politico
di turno ha deciso la rotta, chi includere e chi lasciare
nell’indifferenza, le risposte da dare alle diverse categorie
professionali, quali “clienti-elettori” soddisfare senza però alcuna
attenzione alla complessità del sistema!
Oggi non restano che due strade da percorrere: restare ancorati ad un
modello vecchio e superato nei fatti dalla storia o immaginarne uno
nuovo che mette al centro i diritti di tutti ma non deroga sul rispetto
dei doveri di ciascuno, nel quale si abbia il coraggio di parlare di
nuove forme di selezione del personale a tutti i livelli, di tempo
pieno su tutto il territorio nazionale, di attenzione alle periferie
riconoscendone anche il faticoso lavoro del personale, di pari
opportunità per gli alunni delle scuole del centro città e della sua
periferia anche prevedendo un fondo perequativo a tutela del diritto
allo studio, di vera inclusione scolastica, di carriera differenziata
nell’area docente, di merito professionale riconosciuto in modo
trasparente e condiviso, di risorse finanziarie da investire in cultura
e non in spesa per istruzione!
Al terzo Ministro del MIUR della XVIII legislatura - quale prima
dichiarazione o atto pubblico - chiediamo non di cancellare una legge o
di modificare una circolare ma di farsi convinto promotore del “ruolo
costituzionale“ della scuola (cit. P. Calamandrei) attraverso una
Costituente Civica a difesa della scuola, quale luogo di confronto tra
tutti i protagonisti delle diverse componenti scolastiche, di
definizione della visione di un possibile futuro sociale e culturale
dell'Italia finalizzata a far risorgere un modello scolastico nel quale
la funzione educativa e formativa ritorni ad essere motivo di onore e
di orgoglio per le migliaia di donne e uomini che si spendono con
determinazione per il FUTURO del nostro paese.
Almeno che qualcuno pensi che…… “il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Il Presidente A.N.Co.Di.S. Palermo
Prof. Rosolino Cicero