Spett.le redazione,
vorrei segnalare alla vostra attenzione alcune richieste illegittime
che taluni insegnanti incaricati attraverso le Graduatorie Per le
Supplenze (GPS) o le Graduatorie di Istituto (GI) stanno incontrando,
al momento dell’entrata in servizio e della verifica del punteggio.
L’Ordinanza Ministeriale 60/2020 che ha istituito le GPS, prevede (art.
8, comma 7):
“L’istituzione scolastica ove
l’aspirante stipula il primo contratto di lavoro nel periodo di vigenza
delle graduatorie effettua, tempestivamente, i controlli delle
dichiarazioni presentate”.
Si chiede quindi giustamente alla scuola che stipula il contratto di
avviare subito le procedure di controllo di quanto l’aspirante docente
abbia dichiarato al momento della domanda. In alcune scuole il docente
incaricato si sente però a tal fine chiedere dalla segreteria la consegna dei certificati originali
relativi ai titoli e servizi dichiarati nella domanda.
Io immagino che gli uffici amministrativi di qualunque ente pubblico,
scuole comprese, debbano avere molto chiaramente a conoscenza quanto
disposto dal DPR 445/2000 e dall’art. 15 della legge 183/2011 in
materia di autocertificazioni ed autodichiarazioni.
Tali leggi vietano, senza dubbi o equivoci, a qualsiasi amministrazione
pubblica di chiedere ai cittadini la consegna di certificati originali
di tutto ciò che può essere autodichiarato ai sensi degli art. 46 e 47
del DPR 445/2000.
Alla luce di tali norme, che l’O.M. 60/2020 di certo non modifica o
cancella,
LE SCUOLE NON POSSONO CHIEDERE L’ESIBIZIONE O CONSEGNA DI CERTIFICATI
IN ORIGINALE
le uniche eccezioni ammesse, citate all’art. 7 comma 12 dell’O.M.
60/2020, riguardano:
“...
a) titoli di studio conseguiti all’estero;
b) dichiarazione di valore
del titolo di studio conseguito
all’estero per l’insegnamento di conversazione in
lingua straniera;
c) servizi di insegnamento prestati nei Paesi
dell’Unione Europea ovvero in altri Paesi ….”
per qualsiasi altra cosa, come ad esempio il titolo di studio di
accesso alla graduatoria, o i servizi prestati presso altre scuole
statali, le segreterie scolastiche non possono chiedere i certificati,
ma anche volendo, i suddetti certificati non possono neanche
rilasciarli.
A tal proposito, è utile richiamare anche l’art. 15 legge 183/2011
comma 1 a):
“….Le certificazioni rilasciate dalla
pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali
e fatti sono valide e utilizzabili solo nei rapporti tra
privati……..Sulle certificazioni da produrre ai soggetti
privati è apposta, a pena di nullità, la dicitura: <<Il
presente certificato non può essere prodotto agli organi della
pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici
servizi>> …. ”
quindi non solo gli enti pubblici non possono chiedere i certificati
originali, ma non possono neppure emetterli, per chi volesse
presentarli ad una pubblica amministrazione. E anche quando qualcuno si
facesse fare un certificato (pagando la relativa imposta di bollo),
questo avrebbe un’esplicita dicitura di divieto di esibizione verso una
pubblica amministrazione.
Quindi il docente che si vedesse chiedere un certificato originale
potrebbe anche non possederlo, e non potrebbe averlo se non alle
suddette condizioni, che lo renderebbero sostanzialmente inutile.
Le segreterie scolastiche dovrebbero sapere che la verifica delle
autocertificazioni va fatta parlando direttamente tra amministrazioni
pubbliche, come previsto dalla normativa.
Se Mario Rossi ha dichiarato di essersi
laureato in matematica presso l’università di Catania, la scuola
deve contattare l’università di Catania per la verifica, e l’università
è obbligata per legge a rispondere.
Vista la frequenza con la quale tali richieste, totalmente illegittime,
si stanno verificando, sarebbe opportuno che il competente Ufficio
Scolastico Territoriale intervenisse con una circolare da diffondere a
tutti i Dirigenti Scolastici, che li inviti all’adozione di procedure
di verifica dei titoli in linea con la normativa.
Inviterei altresì tutti i colleghi insegnanti sottoposti a tali
richieste, di non “calare la testa” di fronte alle richieste
illegittime, e di mandare un’opportuna segnalazione all’Ufficio
Scolastico competente.
Vincenzo Costa
docente di matematica e fisica presso
l’ISS Gulli e Pennisi