Il momento è maturo per cogliere “I
frutti del giardino di Armida. L’itinerario letterario di Sarah
Zappulla
Muscarà”, a cura di Maria Valeria Sanfilippo, edito grazie alla
sensibilità
culturale di Tommaso Romano e alla sua raffinata casa editrice Thule di
Palermo, s’impone come un fondamentale punto di riferimento per gli
addetti ai
lavori e per le generazioni future, che potranno attingere ad un
patrimonio di
studi, ricerche, pubblicazioni le più varie, notizie e informazioni di
prima
mano, corredati dal valore testimoniale di una fitta e preziosa storia
della
critica e da un ricco album fotografico, che testimonia i copiosi
contatti
intercorsi tra la studiosa Sarah Zappulla Muscarà e il gota della
cultura non
soltanto nazionale. Uno spaccato delle più grandi personalità
contemporanee, scrittori,
giornalisti, critici, attori.
L’orgoglio di approfondire la conoscenza e di promuovere il ricco patrimonio culturale della Sicilia sostiene l’opera di un’accademica alla quale si devono fondamentali contributi scientifici che, talora sovvertendo consolidate prospettive critiche, mettono a fuoco figure di primo piano e insieme altre ingiustamente obliate del panorama culturale fra Otto e Nove-cento. A lei e al marito Enzo Zappulla si deve pure, fra il tanto altro, la fondazione dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano che da anni svolge un’incessante attività di recupero, tutela e promozione della cultura isolana in ambito internazionale. Della sua prestigiosa attività all’estero va perlomeno ricordata l’istituzione con Enzo Zappulla della “Cattedra Sicilia”, nell’Università di Salamanca, in Spagna, ivi promossa e diretta da Vicente González Martín, decano della Facoltà di Filologia, personalità di primo piano nell’ambito degli studi di Italianistica nei paesi di lingua spagnola.
In un unico tomo (di 300 pagine) appaiono perciò le disamine delle più rilevanti pubblicazioni di Sarah Zappulla Muscarà (contributi di critica letteraria, teatrale, cinematografica, sempre impreziositi da una miniera di materiali inediti o rari) e al contempo una bibliografia completa che ripercorre puntualmente la febbrile attività della studiosa. Un’accurata messa a fuoco dell’itinerario esistenziale e artistico e insieme del profilo umano dei maggiori scrittori e attori siciliani e di tanti a torto dimenticati, che ci consente di scoprire opere inedite e aspetti insoliti della loro vita e della loro opera.
Chi poteva infatti immaginare che Martoglio fosse un vero e proprio talent scout, che Verga e Capuana fossero dei burloni, o che De Roberto fosse un uomo così romantico e passionale, come documenta lo splendido, corposo carteggio d’amore con la milanese Ernesta Valle, pertinace intreccio di temi intimi e letterari? E che dire dei fondamentali contributi su Pirandello e sul figlio primogenito Stefano, una “scoperta”, così moderno e così differente da Luigi. E ancora la monografia su Bonaviri, il recupero di autori di nicchia come Nino Savarese, Francesco Lanza, Sebastiano Addamo, Enzo Marangolo. Per citare solo qualche esempio.
Riaffiorano da un ingiusto oblio autori poliedrici come Ercole Patti, la cui opera omnia (ben oltre 3.000 pagine), che ha ora visto la luce per i tipi de La nave di Teseo, grazie alla singolare sensibilità culturale di Elisabetta Sgarbi, sta riscuotendo grande successo di critica. Romanzi, sillogi di racconti, testi teatrali e radiofonici, un trentennio di cronache cinematografiche, dagli inizi degli anni quaranta alle soglie dei settanta, una messa di scritti inediti o rari, un elegante corredo iconografico, di un autore che, annota Eugenio Montale, possiede “l’arte di farsi leggere”, “quella facilità difficile che è l’uovo di Colombo”, “quando è ispirato e lo è quasi sempre, nessuno scrive meglio di lui”. “Un Maupassant italiano” dalla prosa “perfetta” per Valentino Bompiani.
In epoca di emergenza Covid ci si riappropria così del tempo per leggere e per inoltrarsi in un giardino di pomi d’oro e primizie coltivate dalla vestale Armida-Zappulla Muscarà, che ha peraltro firmato le note introduttive ai precedenti volumi della Sanfilippo, a partire da “La fortuna scenica di Luigi Capuana” (ed. Salvatore Sciascia) sino a “Giuseppe Bonaviri e le Novelle Saracene” e, a seguire, “Sebastiano Addamo. Il pensiero, il silenzio, la parola”, questi ultimi entrambi editi per i tipi di Aracne.
redazione@aetnanet.org
L’orgoglio di approfondire la conoscenza e di promuovere il ricco patrimonio culturale della Sicilia sostiene l’opera di un’accademica alla quale si devono fondamentali contributi scientifici che, talora sovvertendo consolidate prospettive critiche, mettono a fuoco figure di primo piano e insieme altre ingiustamente obliate del panorama culturale fra Otto e Nove-cento. A lei e al marito Enzo Zappulla si deve pure, fra il tanto altro, la fondazione dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano che da anni svolge un’incessante attività di recupero, tutela e promozione della cultura isolana in ambito internazionale. Della sua prestigiosa attività all’estero va perlomeno ricordata l’istituzione con Enzo Zappulla della “Cattedra Sicilia”, nell’Università di Salamanca, in Spagna, ivi promossa e diretta da Vicente González Martín, decano della Facoltà di Filologia, personalità di primo piano nell’ambito degli studi di Italianistica nei paesi di lingua spagnola.
In un unico tomo (di 300 pagine) appaiono perciò le disamine delle più rilevanti pubblicazioni di Sarah Zappulla Muscarà (contributi di critica letteraria, teatrale, cinematografica, sempre impreziositi da una miniera di materiali inediti o rari) e al contempo una bibliografia completa che ripercorre puntualmente la febbrile attività della studiosa. Un’accurata messa a fuoco dell’itinerario esistenziale e artistico e insieme del profilo umano dei maggiori scrittori e attori siciliani e di tanti a torto dimenticati, che ci consente di scoprire opere inedite e aspetti insoliti della loro vita e della loro opera.
Chi poteva infatti immaginare che Martoglio fosse un vero e proprio talent scout, che Verga e Capuana fossero dei burloni, o che De Roberto fosse un uomo così romantico e passionale, come documenta lo splendido, corposo carteggio d’amore con la milanese Ernesta Valle, pertinace intreccio di temi intimi e letterari? E che dire dei fondamentali contributi su Pirandello e sul figlio primogenito Stefano, una “scoperta”, così moderno e così differente da Luigi. E ancora la monografia su Bonaviri, il recupero di autori di nicchia come Nino Savarese, Francesco Lanza, Sebastiano Addamo, Enzo Marangolo. Per citare solo qualche esempio.
Riaffiorano da un ingiusto oblio autori poliedrici come Ercole Patti, la cui opera omnia (ben oltre 3.000 pagine), che ha ora visto la luce per i tipi de La nave di Teseo, grazie alla singolare sensibilità culturale di Elisabetta Sgarbi, sta riscuotendo grande successo di critica. Romanzi, sillogi di racconti, testi teatrali e radiofonici, un trentennio di cronache cinematografiche, dagli inizi degli anni quaranta alle soglie dei settanta, una messa di scritti inediti o rari, un elegante corredo iconografico, di un autore che, annota Eugenio Montale, possiede “l’arte di farsi leggere”, “quella facilità difficile che è l’uovo di Colombo”, “quando è ispirato e lo è quasi sempre, nessuno scrive meglio di lui”. “Un Maupassant italiano” dalla prosa “perfetta” per Valentino Bompiani.
In epoca di emergenza Covid ci si riappropria così del tempo per leggere e per inoltrarsi in un giardino di pomi d’oro e primizie coltivate dalla vestale Armida-Zappulla Muscarà, che ha peraltro firmato le note introduttive ai precedenti volumi della Sanfilippo, a partire da “La fortuna scenica di Luigi Capuana” (ed. Salvatore Sciascia) sino a “Giuseppe Bonaviri e le Novelle Saracene” e, a seguire, “Sebastiano Addamo. Il pensiero, il silenzio, la parola”, questi ultimi entrambi editi per i tipi di Aracne.
redazione@aetnanet.org