Accussì. Così
anche gli insegnanti scrivono poesie. E Accussì è il primo libro di poesie
in lingua siciliana di Angelo Battiato, fresco di stampa per i tipi
della Youcanprint Editore. E in tempi di social, e a causa del covid,
l’opera è stata presentata direttamente in Rete, sul canale Youtube
dell’autore. Le poesie di Angelo Battiato evocano, con un
linguaggio semplice, asciutto, pregno di musicalità, le emozioni, i
sentimenti e i ricordi dell’autore, ma anche i modi di vivere di
un’intera comunità. Parlano di amore, di passione, di memorie di
gioventù, del lavoro dei campi del padre, e di tanto altro. E poi c’è
la lingua siciliana, che costituisce il segno distintivo e di
riconoscimento di un popolo, ne racconta le storie, le leggende, i
miti, le passioni, gli amori.
Perché il titolo
Accussì?
«Con “Accussì”, una parola piccola, semplice, essenziale, vorrei dire
tanto cose: svelare, far capire, far immaginare, ma anche nascondere,
coprire, contenere. Accussì è la parola che ho scelto per indicare la
mia raccolta di poesie in lingua siciliana. Perché anche i miei versi
sono piccoli, umili, asciutti. Come le parole vive, come i versi veri,
come le poesie autentiche».
Ma cos’è la poesia?
«La poesia è un sigillo, un messaggio, un passaggio, impalpabile e
generoso, impenetrabile e costante, fatto di carne e sangue. La poesia
è un piccone, una zappa per scavare, cercare, scendere in profondità
nel cuore dell’uomo, per rispondere alle eterne domande dell’uomo. La
poesia è ogni cosa, se solo sfugge alla banalità del quotidiano, alla
finzione, al consueto, se solo conferisce senso al mondo. Se esprime
compiutamente l’anima dell’uomo».
E poi c’è la
lingua siciliana?
«Anche Dante amava la lingua siciliana, ed aveva studiato i poeti e le
poesie della “Scuola siciliana”. Luigi Pirandello ha fatto la sua tesi
di laurea sullo studio del siciliano. Per non parlare di Pasolini che
ha iniziato a scrivere poesie in dialetto friulano. La lingua siciliana
è musicalità, armonia, bellezza, ma è anche cultura e identità, esprime
i sentimenti, le emozioni, i ricordi, il modo di vivere d’una comunità.
La lingua costituisce la “bandiera” ideale e culturale di un popolo, il
suo segno distintivo e di riconoscimento, marca i caratteri e ne misura
la caratura, la sua propulsione a guardare al passato e al futuro. E il
dialetto è compendio di fascino e di saperi, capace di combattere
l’omologazione e la standardizzazione culturale della nostra epoca. E
poi, il siciliano è la mia lingua, che mi rappresenta e mi racconta
pienamente e semplicemente. Accussì, come sono io».
Angelo Battiato, misterbianchese, insegnante nel Liceo Artistico
Statale “Emilio Greco”, di Catania, cultore di storia locale, di
tradizioni popolari e di dialetto siciliano, ha già pubblicato i
seguenti lavori:
“‘A Mascara – La Commedia dell’arte
misterbianchese” (Ed. Comune di Misterbianco, 2001);
“La chiesa della Madonna degli
Ammalati e la famiglia Bruno – tra diritto di proprietà e devozione
popolare” (2009);
“Canticu di’ Cantici” (Ed. Le
Farfalle, 2012), traduzione in siciliano dell’omonimo libro sacro della
Bibbia.
Ha curato la prefazione di alcune opere poetiche di importanti autori
siciliani. Inoltre, svolge un’intensa attività pubblicistica con
diverse testate giornalistiche regionali, con MCTV, la prima Tv Web
siciliana, e con il sito scolastico nazionale “AetnaNet.org”.
m.nicotra@aetnanet.org