Occhi raggianti e sorrisi luminosi;
abiti svolazzanti e volteggi vorticosi;
nodi alla gola ed euforia contagiosa.
Quest’atmosfera aleggiava sabato 8 giugno, nella Corte Vaccarini del Convitto Nazionale Mario Cutelli di Catania, mentre i nostri studenti di quinto anno del Liceo Classico Europeo si accingevano ad aprire le danze del Gran Galà 2024 a loro dedicato.
Le luci si sono abbassate … un silenzio “assordante” ha avvolto i cuori dei magnifici cavalieri pronti a piroettare con le splendide dame in abiti da sera. E intorno i genitori, a cui tornavano alla mente i fanciulli e le bambine che tenevano per mano fino a qualche anno fa, con gli occhi lucidi attendevano che questi giovani uomini e donne scendessero dallo scalone monumentale pronti ad aprirsi al mondo.
In questa “scuola” che solo “scuola” non è ma che è appunto “convitto” (dal latino “convictus” cioé vivere insieme, convivere) ovvero luogo di grande condivisione, aggregazione e familiarizzazione in cui gli allievi sono cresciuti, sono stati accompagnati, coccolati e “formati” dai docenti educatori e dai docenti delle discipline: tutti li hanno condotti e amati, modellando ed erudendo le loro menti e guidandoli nel groviglio adolescenziale dalle contrastanti emozioni, sempre pronti a formare ed armonizzare le loro coscienze e il loro spirito oltre che la loro istruzione. E sabato erano in trepidazione, in attesa che iniziassero le danze e i protagonisti si mostrassero elegantissimi, con i tacchi alti e i capelli acconciati per l’occasione.
Dopo il saluto del rettore prof. Stefano Raciti, ad animare la serata il nostro gruppo musicale composto dall’eclettico Fabrizio Barbagallo (piano e voce), con le voci di Vittorio Allibrio, Daria Viglianisi, Giorgia Carobene, Riccardo Villari, Francesco Longo (sax e voce) e dai musicisti Eco Lo Giudice (chitarra e basso), Flavio Iuculano (chitarra e basso), Marco Papale (batteria).
A condurre Pierpaolo Sapienza e il tutto addolcito da un magnifico buffet finale preparato dagli chef della mensa fra cui il nostro signor Ferlito che quest’anno ci lascia dopo ben quarant’anni di lavoro e affetto profuso a tutti i componenti del Convitto.
Due passi avanti e uno indietro; “quattro, cinque sei, sette, otto … “ ed eccoli esordire con lo shim sham (coreografia costituita da passi di danza jazz e lindy hop) Tain’t whatyou do, cantata da Jimmie Lunceford; a seguire Libertango di Astor Piazzolla (con l’arrangiamento tratto dall’album Stonata di Giorgia); infine, il valzer Harry Polter Waltz (eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Praga per il film Harry Potter ed il calice di fuoco) fra l’ondeggiare degli abiti colorati e i volti emozionati. Perché i nostri ragazzi hanno dovuto imparare anche a ballare, grazie alla maestria e alla pazienza della prof.ssa Maria Grazia Abramo, che li ha seguiti in tutte le fasi della preparazione.
Il Convitto, e questa soirée, non si dimenticano ma rimangono una parte indelebile della vita dei ragazzi, vivi nei loro ricordi tanto che, al solo pronunciarli, si apre il cosmo mnemonico di sentimenti che ha illuminato qui e che è per sempre, come ci raccontano spesso gli ex alunni.
E’ un posto unico il Convitto Cutelli, ve lo assicuro. Lo scrive una docente che da anni “vive” questo luogo magico in cui si alternano “persone” sempre stimate per la loro unicità: non numeri o cognomi che si perdono in mezzo a tanti altri ma un lui o una lei prezioso/a, singolare, indimenticabile; che ha vissuto qui ben dieci ore al giorno per cinque anni, in simbiosi con i docenti, i collaboratori, i cuochi, gli inservienti, l’amministrazione. Qui tutti conoscono tutti: non solo gli alunni o i compagni delle proprie classi ma Sofia e Ludovica della VB, Francesco della ID, Sveva della VC, Carla e Valerio della IIC,… e così via …
E chiunque oltrepassa lo scalone monumentale (nessuno escluso) non dimentica questa scuola e, se va via, la rimpiange. Sempre.
Questa kermesse non è un congedo. I nostri ragazzi non calpesteranno più ogni giorno il mosaico geometrico del nostro cortile ma sappiamo già che il loro cuore e il loro spirito rimarranno fra queste mura: risentiremo le loro voci non solo le innumerevoli volte che torneranno a trovarci ma continueremo ad ascoltare quotidianamente l’eco delle loro risate per i corridoi, nelle aule, nella corte.
Ci sono state anche tante lacrime sabato sera ma ognuna di esse ha avuto un riflesso cristallino di felicità: quella che i nostri alunni hanno vissuto in questo suggestivo posto e quella che cercheranno e troveranno nel mondo che li attende.
Concludo con le parole con cui hanno chiuso i nostri alunni: “Questo luogo prima che una scuola è stato per noi una dimora, una casa”.
Auguri ragazzi, giovani promesse del Convitto Cutelli!
Prof.ssa Giusy Gattuso
Fotografie di Nafisa Del Bufalo, Adéle Balla e Giusy Gattuso
abiti svolazzanti e volteggi vorticosi;
nodi alla gola ed euforia contagiosa.
Quest’atmosfera aleggiava sabato 8 giugno, nella Corte Vaccarini del Convitto Nazionale Mario Cutelli di Catania, mentre i nostri studenti di quinto anno del Liceo Classico Europeo si accingevano ad aprire le danze del Gran Galà 2024 a loro dedicato.
Le luci si sono abbassate … un silenzio “assordante” ha avvolto i cuori dei magnifici cavalieri pronti a piroettare con le splendide dame in abiti da sera. E intorno i genitori, a cui tornavano alla mente i fanciulli e le bambine che tenevano per mano fino a qualche anno fa, con gli occhi lucidi attendevano che questi giovani uomini e donne scendessero dallo scalone monumentale pronti ad aprirsi al mondo.
In questa “scuola” che solo “scuola” non è ma che è appunto “convitto” (dal latino “convictus” cioé vivere insieme, convivere) ovvero luogo di grande condivisione, aggregazione e familiarizzazione in cui gli allievi sono cresciuti, sono stati accompagnati, coccolati e “formati” dai docenti educatori e dai docenti delle discipline: tutti li hanno condotti e amati, modellando ed erudendo le loro menti e guidandoli nel groviglio adolescenziale dalle contrastanti emozioni, sempre pronti a formare ed armonizzare le loro coscienze e il loro spirito oltre che la loro istruzione. E sabato erano in trepidazione, in attesa che iniziassero le danze e i protagonisti si mostrassero elegantissimi, con i tacchi alti e i capelli acconciati per l’occasione.
Dopo il saluto del rettore prof. Stefano Raciti, ad animare la serata il nostro gruppo musicale composto dall’eclettico Fabrizio Barbagallo (piano e voce), con le voci di Vittorio Allibrio, Daria Viglianisi, Giorgia Carobene, Riccardo Villari, Francesco Longo (sax e voce) e dai musicisti Eco Lo Giudice (chitarra e basso), Flavio Iuculano (chitarra e basso), Marco Papale (batteria).
A condurre Pierpaolo Sapienza e il tutto addolcito da un magnifico buffet finale preparato dagli chef della mensa fra cui il nostro signor Ferlito che quest’anno ci lascia dopo ben quarant’anni di lavoro e affetto profuso a tutti i componenti del Convitto.
Due passi avanti e uno indietro; “quattro, cinque sei, sette, otto … “ ed eccoli esordire con lo shim sham (coreografia costituita da passi di danza jazz e lindy hop) Tain’t whatyou do, cantata da Jimmie Lunceford; a seguire Libertango di Astor Piazzolla (con l’arrangiamento tratto dall’album Stonata di Giorgia); infine, il valzer Harry Polter Waltz (eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Praga per il film Harry Potter ed il calice di fuoco) fra l’ondeggiare degli abiti colorati e i volti emozionati. Perché i nostri ragazzi hanno dovuto imparare anche a ballare, grazie alla maestria e alla pazienza della prof.ssa Maria Grazia Abramo, che li ha seguiti in tutte le fasi della preparazione.
Il Convitto, e questa soirée, non si dimenticano ma rimangono una parte indelebile della vita dei ragazzi, vivi nei loro ricordi tanto che, al solo pronunciarli, si apre il cosmo mnemonico di sentimenti che ha illuminato qui e che è per sempre, come ci raccontano spesso gli ex alunni.
E’ un posto unico il Convitto Cutelli, ve lo assicuro. Lo scrive una docente che da anni “vive” questo luogo magico in cui si alternano “persone” sempre stimate per la loro unicità: non numeri o cognomi che si perdono in mezzo a tanti altri ma un lui o una lei prezioso/a, singolare, indimenticabile; che ha vissuto qui ben dieci ore al giorno per cinque anni, in simbiosi con i docenti, i collaboratori, i cuochi, gli inservienti, l’amministrazione. Qui tutti conoscono tutti: non solo gli alunni o i compagni delle proprie classi ma Sofia e Ludovica della VB, Francesco della ID, Sveva della VC, Carla e Valerio della IIC,… e così via …
E chiunque oltrepassa lo scalone monumentale (nessuno escluso) non dimentica questa scuola e, se va via, la rimpiange. Sempre.
Questa kermesse non è un congedo. I nostri ragazzi non calpesteranno più ogni giorno il mosaico geometrico del nostro cortile ma sappiamo già che il loro cuore e il loro spirito rimarranno fra queste mura: risentiremo le loro voci non solo le innumerevoli volte che torneranno a trovarci ma continueremo ad ascoltare quotidianamente l’eco delle loro risate per i corridoi, nelle aule, nella corte.
Ci sono state anche tante lacrime sabato sera ma ognuna di esse ha avuto un riflesso cristallino di felicità: quella che i nostri alunni hanno vissuto in questo suggestivo posto e quella che cercheranno e troveranno nel mondo che li attende.
Concludo con le parole con cui hanno chiuso i nostri alunni: “Questo luogo prima che una scuola è stato per noi una dimora, una casa”.
Auguri ragazzi, giovani promesse del Convitto Cutelli!
Prof.ssa Giusy Gattuso
Fotografie di Nafisa Del Bufalo, Adéle Balla e Giusy Gattuso