
“Vedere, perché siete chiamati ad avere uno sguardo attento, che sa cogliere le minacce al bene comune, i pericoli che incombono sulla vita dei cittadini, i rischi ambientali, sociali e politici cui siamo esposti. Salire, perché le vostre divise, la disciplina che vi ha forgiato, il coraggio che vi contraddistingue, il giuramento che avete fatto, sono tutte cose che vi ricordano quanto sia importante non soltanto vedere il male per denunciarlo, ma anche salire sulla barca in tempesta e impegnarsi perché non faccia naufragio, con una missione al servizio del bene, della libertà, e della giustizia”. “E infine sedervi, perché il vostro essere presenti nelle nostre città e nei nostri quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento”.
Altrettanti verbi di azione sintetizzano l’azione del docente educatore: guardare, osservare, insegnare e poi ancora accompagnare, accudire, prendersi cura, guidare gli studenti nel cammino di formazione.
Ognuno di questi verbi descrive un particolare aspetto della vita scolastica e professionale.
Giuseppe Adernò