Legge 104/92: indagini su tutto il pubblico impiego
Era ora che anche la Magistratura inquirente si accorgesse dei tanti abusi e delle tante distorsioni connesse all’applicazione della legge 104/92. Una legge che, nata per tutelare i diritti delle persone handicappate, si è rivelata un facile rifugio per i furbi che, specialmente nel capoluogo partenopeo, la utilizzano senza alcun diritto e per tutte le opportunità che offre, spesso con la complicità prezzolata di chi dovrebbe garantirne l’applicazione e con la compiacente latitanza di chi dovrebbe effettuare i controlli.
Da anni denuncio le storture di una legge che, varata tredici anni or sono, oggi appare del tutto inadeguata e andrebbe riformata. In particolare andrebbe rivisitato l’art. 33 della legge che consente una serie di agevolazioni ai parenti delle persone handicappate, tra le quali tre giorni mensili di permesso retribuito e la facoltà di scegliere la sede più vicina per l’attività lavorativa, con l’impossibilità da parte del datore di lavoro di effettuare trasferimenti, senza il consenso del lavoratore interessato.
Ma la piaga di questa situazione non riguarda solo i caschi bianchi del Comune di Napoli, in questi giorni al centro dell’ennesimo ciclone giudiziario che scuote il capoluogo partenopeo. Si estende a tutto il pubblico impiego. In particolare trova un terreno molto fertile nel comparto della scuola pubblica dove le contrazioni determinate dalla diminuzione dei posti di lavoro negli ultimi anni hanno incentivato il ricorso al parente handicappato da assistere.
Solo per fare un esempio in un istituto scolastico superiore di uno dei cosiddetti quartieri bene della città, il Vomero, su un centinaio di docenti, sono una trentina quelli che beneficiano della legge 104. Di fatto sono inamovibili anche in caso di contrazione d’organico ed inoltre per tre giorni al mese possono lasciare le loro classi senza possibilità di essere sostituiti da un supplente, vista la brevità del periodo.
Una situazione di comodo che, sovente, non corrisponde alla realtà dei fatti e che crea forti discriminazioni all’interno degli uffici pubblici interessati e tra gli stessi lavoratori.
Gennaro Capodanno
Presidente Comitato Valori collinari - Napoli
27 agosto 2005
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