Vi sarei grato se poteste risolvermi un piccolo dubbio riguardo alla parola "sopratutto": è più corretta la forma con una o con due "t"? Raffaele Capoferro
La forma più corretta fra soprattutto e sopratutto è la prima, sebbene anche la seconda sia, normalmente, accolta nei vocabolari, per lo più con registro d'uso meno comune. In soprattutto il raddoppiamento della t iniziale di tutto costituisce una sorta di cristallizzazione grafica di un fenomeno di fonetica sintattica proprio della Toscana e dell'Italia centromeridionale: il raddoppiamento fonosintattico. Tale fenomeno produce, in determinate condizioni, il passaggio al grado rafforzato della consonante iniziale di una parola che nel discorso, senza che vi sia una pausa o un dislivello stilistico di tono, sia preceduta da altra terminante in vocale; si ha sempre, per esempio, raddoppiamento fonosintattico quando la prima parola, terminante in vocale, sia anche gravata da un accento grafico obbligatorio (ciò fatto e sentì suonare, quindi, si pronunciano, rispettivamente, ciò ffatto e sentì ssuonare). Il fenomeno, notato nella grafia solo quando le due parole a contatto sono scritte unite, si verifica sempre anche dopo come, dove, qualche e sopra. In particolare, nel caso di sopra e sovra, questa regola, pressoché assoluta per le parole più diffuse e più antiche, è scarsamente seguita per le voci di trafila non popolare, per i composti moderni e quindi per la maggior parte dei termini tecnici (cfr. sopracomposto, sopradominante, soprarenale, sovratensione) o per i composti dei quali è in uso anche la forma staccata.
La forma più corretta fra soprattutto e sopratutto è la prima, sebbene anche la seconda sia, normalmente, accolta nei vocabolari, per lo più con registro d'uso meno comune. In soprattutto il raddoppiamento della t iniziale di tutto costituisce una sorta di cristallizzazione grafica di un fenomeno di fonetica sintattica proprio della Toscana e dell'Italia centromeridionale: il raddoppiamento fonosintattico. Tale fenomeno produce, in determinate condizioni, il passaggio al grado rafforzato della consonante iniziale di una parola che nel discorso, senza che vi sia una pausa o un dislivello stilistico di tono, sia preceduta da altra terminante in vocale; si ha sempre, per esempio, raddoppiamento fonosintattico quando la prima parola, terminante in vocale, sia anche gravata da un accento grafico obbligatorio (ciò fatto e sentì suonare, quindi, si pronunciano, rispettivamente, ciò ffatto e sentì ssuonare). Il fenomeno, notato nella grafia solo quando le due parole a contatto sono scritte unite, si verifica sempre anche dopo come, dove, qualche e sopra. In particolare, nel caso di sopra e sovra, questa regola, pressoché assoluta per le parole più diffuse e più antiche, è scarsamente seguita per le voci di trafila non popolare, per i composti moderni e quindi per la maggior parte dei termini tecnici (cfr. sopracomposto, sopradominante, soprarenale, sovratensione) o per i composti dei quali è in uso anche la forma staccata.