Con un
accordo Gelmini-La Russa via a un corso che prevede la divisione degli
studenti in "pattuglie", lezioni di tiro con la pistola ad aria
compressa e percorsi "ginnico-militari".
Si chiama “allenati per la vita”.
E’ il corso teorico e pratico, valido come credito formativo
scolastico, rivolto agli studenti delle scuole superiori, frutto di un
protocollo tra ministero dell’Istruzione e della Difesa. E che cosa serve a un ragazzo per allenarsi
per la vita? Esperienze di
condivisione sociale, culturale e sportive , informa la circolare del
comando militare lombardo rivolta ai professori della regione.
Dopo le lezioni teoriche “che possono essere inserite nell’attività
scolastica di “Diritto e Costituzione” seguiranno corsi di primo
soccorso, arrampicata, nuoto e salvataggio e “orienteering”, vale a
dire sopravvivenza e senso di orientamento, (ma l’autore della
circolare scrive orientiring, coniando un neologismo). Non solo, ma agli studenti si insegnerà a
tirare con l’arco e a sparare con la pistola (ad aria compressa). E in
più “percorsi ginnico-militari”.
Il perché bisogna insegnare la vita e la Costituzione a uno studente
liceale facendolo sparare con una pistola ad aria compressa viene
spiegato nella stessa circolare: “Le
attività in argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e
coinvolgente, il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione
civile, alla croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”.
Secondo il progetto Gelmini-La Russa, che ha già sollevato perplessità
tra i professori che hanno ricevuto la circolare, “la pratica del mondo
sportivo militare, veicolata all’interno delle scuole, oltre ad
innescare e ad instaurare negli studenti la “conoscenza e
l’apprendimento” della legalità, della Costituzione, delle istituzioni
e dei principi del diritto internazionale, permette di evidenziare, nel
percorso educativo, l’importanza del benessere personale e della
collettività attraverso il contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di
squadra che determina l’aumento dell’autostima individuale ed il senso
di appartenenza ad un gruppo”. Seguirà,
a fine corso, “una gara pratica tra pattuglie di studenti (il termine è
proprio pattuglie, recita la circolare, termine che ha fatto storcere
il naso a molti docenti, ndr)”. Intanto si è aperto il dibattito: è
giusto trasformare la scuola pubblica in un collegio militare? O è solo
un'opportunità in più per i ragazzi di avvicinarsi a organismi e
istituzioni come protezione civile, esercito e croce rossa?
(da http://www.famigliacristiana.it)
redazione@aetnanet.org