Il segretario
nazionale della Uil scuola, Di Menna: "L’assenza di figure apicali di
riferimento comporta tutti quei ritardi e quei deficit organizzativi
che si verificano in ogni struttura organizzata senza vertice
E nell’amministrazione scolastica si prepara il valzer delle poltrone:
tanti i posti “apicali” da coprire. Sia all’interno del ministero che
in periferia, alle direzioni scolastiche regionali. Tutti posti da 150
mila euro di stipendio in su. Fino ai 300 mila euro che vengono
riconosciuti al capodipartimento fino a qualche settimana fa affidato a
Giuseppe Cosentino che è andato in pensione, come in pensione sono
andati Mario Dutto, responsabile della direzione ordinamenti, Maria
Nardiello, storica direttrice del settore istruzione tecnica e tanti
altri funzionari che costituivano l’asse portante dell’organizzazione
del sistema scolastico nazionale.
E poi in periferia: ci sono sei regioni (Liguria, Toscana, Abruzzo,
Umbria, Campania, Sicilia) senza guida. Tutti posti scoperti, tutte
poltrone da assegnare. Che succede, intanto? Lo dice bene il segretario
nazionale della Uil scuola Massimo Mennea che ha appena sollevato il
problema: “L’assenza di figure apicali di riferimento comporta quei
ritardi e quei deficit organizzativi che si verificano in ogni
struttura organizzata, senza vertice. Nella scuola, insieme di
competenze e funzioni non riconducibile a logiche meramente aziendali,
il risultato è quello di lentezze e rinvii che incidono direttamente su
aspetti essenziali del sistema di istruzione”. E aggiunge: “La scuola
ha bisogno di essere guidata da persone in grado di saper governare
processi complessi, anche in relazione alle modifiche apportate al
Titolo V della Costituzione e non ‘super ragionieri”.
Una cosa è certa: se ne sono andati i più esperti, i più
professionalizzati, e sostituirli non sarà facile. I pochi direttori
generali rimasti in carica al ministero sono di fresca nomina e
arrivati ai vertici dell’amministrazione scolastica per meriti
soprattutto politici. Uno di questi, il portavoce del ministro, ha
ricoperto il posto facendosi aiutare da un interno che pure è andato in
pensione. Che farà ora oltre che diffondere comunicati stampa di
solidarietà della Gelmini al capo del governo ogni volta che come in
questi giorni e sotto scacco? La copertura delle poltrone vuote
avvengono con un decreto del governo su proposta del ministro. E a chi
assegnerà queste poltrone?
Non mancano certo i candidati, per il capodipartimento, in particolare.
Tra questi Francesco De Sanctis, attuale direttore del Piemonte, certo
uno dei più abili, ma con un peccato originale: era stato promosso
dall’ex ministro Luigi Berlinguer. E allora c’è chi preferisce avanzare
l’ipotese di Giuseppe Colosio, attualmente responsabile della scuola
lombarda, bresciano, fedelissimo della Gelmini. Tutto però dipende
dalla sorti del governo Berlusconi: se cade, cade anche la Gelmini , e
uno come Colosio non accetterebbe di andare a Roma se il giorno dopo
che si insediasse un altro ministro fosse costretto a lasciare
l’incarico. Meno rischiose sarebbero le nomine dei dirigenti scolastici
regionali perché anche se cambiasse il governo, potrebbero restare in
piedi per un triennio. (di
Augusto Pozzoli, da Il Fatto)
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