Accademie di
belle arti
Accademie, conservatori e Isia (istituti superiori per l'industria
artistica) oggi sono equiparati alle università tradizionali e
rilasciano diplomi di primo e secondo livello riconosciuti dal Miur.
Le accademie di belle arti sono più di 40, ambite ogni anno da diverse
migliaia di giovani selezionati in autonomia dagli istituti: prove
orali, pratiche, spesso entrambe. Anche in virtù dell'autonomia
universitaria, la gamma dell'offerta formativa è ampia: quattro le
macro-aree di riferimento (arti visive, arti applicate, comunicazione,
didattica) ognuna delle quali include diversi indirizzi di studio.
Chi sceglie le arti visive potrà specializzarsi in grafica,
pittura, scultura o decorazione. Chi sceglie le arti applicate
approfondirà il restauro o la scenografia, oppure ancora il design o le
teorie e tecniche della comunicazione visiva. Con un mercato
dell'insegnamento ormai saturo e le prospettive di una carriera
artistica ridotta al lumicino, i laureati in Belle arti cercano sbocchi
professionali in altri ambiti, dalle agenzie fotografiche,
all'editoria, così come nella moda e dello spettacolo
Conservatori
Sono 70 i conservatori in Italia: una cinquantina di strutture statali
mentre le altre, parificate, sono gestite da enti locali. Tutti
garantiscono la stessa offerta: un triennio di studi, alla fine del
quale si consegue una laurea di primo livello, e un biennio di
specializzazione che sfocia nella laurea di secondo livello.
Accedere a questi istituti non è facile. Anzitutto perché è previsto il
numero chiuso, che varia a seconda dei conservatori e delle classi. In
secondo luogo perché a tentare l'ingresso sono in molti: ogni anno su
30mila persone che ci provano, solo 1.500 entrano. Prerequisito
fondamentale è il possesso di un diploma di maturità (anche se in casi
di eccezionale bravura è concesso l'ingresso ai non diplomati, che però
dovranno conseguire il titolo di scuola superiore prima della fine del
conservatorio), ma soprattutto di adeguate competenze musicali. L'esame
di ammissione prevede infatti un test d'ingresso che serve a verificare
le abilità, che devono essere già di alto livello e di solito maturate
grazie a un lungo percorso di studi precedente, che può anche essere
superiore ai 10 anni.
L'offerta formativa è variegata. Ad esempio c'è chi sceglie di studiare
per cinque anni un solo strumento: si va dal clavicembalo all'organo,
dal pianoforte all'arpa, dal liuto alla chitarra, passando per gli
ottoni e tutti gli altri strumenti musicali. Non c'è però solo la parte
strumentale. Chi vuole può scegliere anche l'indirizzo compositivo -
per scrivere musica, dirigere un coro o fare jazz - o l'area didattica,
pensata per chi andrà a insegnare musica nelle scuole medie o nei licei
musicali, ormai pronti al varo. Infine è stata data attenzione anche
alla formazione delle nuove professionalità, specializzate nel
composizione di musica elettronica come nelle tecnologie del suono
Accademie militari
Le accademie militari garantiscono la laurea a chi conclude il percorso
di studi ed entra nei corpi di appartenenza. È così dal 1997, quando la
riforma delle forze armate ha previsto che la formazione delle future
eccellenze sia gestita a metà tra docenti universitari e ufficiali. Le
accademie militari in Italia sono quattro: aeronautica (a Pozzuoli),
guardia di finanza (a Bergamo), esercito (a Modena), marina (a
Livorno). L'ingresso è subordinato al possesso dei requisiti d'età
(meno di 22 anni) e al superamento di prove di cultura generale e test
psico-attitudinali. Le lauree sono di primo e secondo livello.
Chi vuole far parte dell'esercito deve bussare all'accademia militare
di Modena, dove si effettua un biennio di studi cui segue un triennio
di specializzazione alla scuola di Torino. Qui è possibile conseguire
la laurea in scienze strategiche ma anche in medicina, veterinaria,
chimica e tecnologie farmaceutiche (l'obiettivo è l'ingresso nel corpo
di sanità), oppure la laurea in ingegneria. A Modena studiano anche gli
allievi ufficiali dei carabinieri, che seguono lezioni giuridiche per
laurearsi, al termine del triennio successivo, alla scuola ufficiali di
Roma, in giurisprudenza.
A Livorno dopo cinque anni di studio i 120 alunni decidono quale laurea
conseguire: scienze marittime e navali, per entrare nello stato
maggiore; ingegneria delle telecomunicazioni nel comparto delle armi
navali; ingegneria navale nel genio; medicina e chirurgia nel corpo
sanitario; giurisprudenza nel commissariato, mentre scienze del governo
e dell'amministrazione del mare apre le porte delle capitanerie di
porto.
I futuri top-gun dell'aeronautica italiana seguono invece un triennio
in scienze aeronautiche a Pozzuoli e poi un biennio all'istituto di
scienze militari aeronautiche di Firenze per conseguire la laurea
specialistica. Non tutti sono destinati a volare: c'è chi si
specializza in ingegneria (aerospaziale, civile ed elettronica) e chi
diventa commissario a terra, grazie alla laurea in giurisprudenza.
L'accademia della guardia di finanza prevede infine un percorso
formativo di cinque anni: alla fine del triennio svolto nella sede di
Bergamo si consegue la laurea di primo livello mentre a conclusione del
successivo biennio, nella sede di Roma di Castelporziano, è
riconosciuta la laurea specialistica in scienze della sicurezza
economica-finanziaria.
(di Luca Davi da http://www.ilsole24ore.com/art)