Ma risultano altresì sconvolgenti le dichiarazioni di un dirigente di uno dei maggiori sindacati italiani, la CGIL, riguardo il fatto che occorre distinguere tra droghe leggere e droghe pesanti, giustificando l'uso delle prime. Un'affermazione del genere è decisamente fuorviante, diseducativa e , lasciatemi dire, anche immorale ed indegna di chi pretende di difendere i diritti e lo status dei lavoratori e quindi, in ultima analisi, dei cittadini.
Non so se occorre ricordare al sig. Pantaleo che dichiara così alla leggera simili fesserie che le droghe, tutte, così come anche l'uso anche occasionale di alcool sono tra le peggiori piaghe della nostra società; i danni alla salute fisica e psicologica sono sempre pesanti e in nessun modo si può affermare il contrario. Sono d'accordo sul fatto che lo Stato debba intervenire con ausili più efficaci e congeniali per le persone, non solo giovani, che cadono vittime dell'uso di droghe, tutte, e dell'alcool. Non si può ,infatti, abbandonare la gente a se stessa. Ma non si può altrettanto accondiscendere a modelli così pericolosi di dipendenze, di estrema compromissione della propria salute e dei danni sociali enormi che tutto questo comporta. Se dipendesse dalla sottoscritta, proibirei assieme all'uso delle droghe ( tutte) anche la vendita dell'alcool, il cui rischio , a volte subdolo, per la salute , è spesso sottovalutato.
Che la CGIL pensi quindi a svolgere il proprio lavoro “sindacale”, se le riesce, abbandonando tali atteggiamenti pseudo libertari che hanno il solo scopo di portare alla deriva la nostra società; come se ce ne fosse bisogno.
Tecla Squillaci
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