Spesso mio malgrado,
per quello che scrivo nella rete del web 2.0, mi trovo oggetto di
polemiche fine a se stesse, che non hanno alcun intento costruttivo, ma
al contrario denigratorio ed offensivo. A volte mi soffermo su
argomenti spinosi, che toccano i nervi scoperti di un sistema
scolastico bisognoso di una buona dose di innovazione didattico
organizzativa. Dire e scrivere ciò che si pensa, senza filtri e
censure, non deve essere interpretato da un lettore come un’azione
polemica, intesa nel suo significato etimologico (deriva dal greco
"πολεμικός" che significa "attinente alla guerra", e designa quindi una
sorta di guerra, per lo più verbale, condotta contro un avversario
detto bersaglio della polemica), ma come un contributo personale atto a
determinare la migliore soluzione di un problema. Dalla pagina di "Regolarità e trasparenza nel concorso per
Dirigenti Scolastici" (http://www.facebook.com/ ), dopo alcuni commenti
sulla qualità di ciò che scrivo, a dir poco negativi, ho lanciato una
sfida a me stesso, nel tentativo di farmi pubblicare articoli in
riviste, che si occupano di scuola, di assoluto prestigio
nazionale. Così è stato per l’articolo “Troverà mai, anche l’Italia, il
suo Steve Jobs? “ (http://www.educationduepuntozero.it/ ) pubblicato
2 giorni fa, su Education 2.0 della RCS, e per quello dal titolo “
Abbiamo pensato ai vantaggi di una lezione web 2.0 ?“ (http://www.ilsussidiario.net/ ), pubblicato oggi
su Ilsussidiario.net della fondazione Sussidiarietà. Ringrazio le
redazioni delle due riviste on line per avermi dato l’opportunità di
veicolare un messaggio di innovazione all’uso didattico delle
tecnologie elettroniche ed informatiche, che potrebbero
proiettare la scuola di un prossimo futuro nel mondo del web 3.0.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it