Massimo Spinelli,
presidente regionale ANP Lombardia, comincia un suo recente articolo
dicendo che in un paese normale si entra nella pubblica
amministrazione attraverso la procedura del concorso pubblico e non
attraverso i decreti e le sentenze dei giudici amministrativi o del
Consiglio di Stato. E’ vero, però, in un Paese normale un
concorso pubblico è organizzato con procedure che non lasciano nulla al
caso e dove l’improvvisazione non è di casa. In un Paese normale quando
si scelgono decine di esperti per formulare test destinati ad un
importante concorso pubblico, si formalizzano e si ufficializzano
verbali da cui evincere i criteri e i modi adottati per la scelta
fatta. In un Paese normale gli esperti designati a formulare domande a
risposta multipla non dovrebbero commettere un errore ogni cinque
domande confezionate. In un Paese normale i bandi concorsuali
dovrebbero rispettare le direttive europee in vigore. In un Paese
normale non dovrebbero esserci querele come l’episodio di Caserta, dove
si denuncia che si sono pagati migliaia di euro per partecipare a corsi
preparatori di dubbia finalità. In un Paese normale non dovrebbero
esistere problemi concorsuali legati a fughe di notizie relativi ai
test proposti . In un Paese normale non si dovrebbero fare ricorsi
contemporanei al TAR del Lazio e ad altri TAR periferici, per ottenere
facili scorciatoie concorsuali. In un Paese normale non dovrebbero
esserci giornalisti di fama nazionale a proteggere, con i loro scritti,
diritti acquisiti contrastanti con le ordinanze del Consiglio di Stato.
In un Paese normale non dovrebbero esserci politici di livello
nazionale, che attraverso loro leggi hanno caratterizzato precedenti
concorsi, come partecipanti ad un successivo concorso della stessa
tipologia. In un Paese normale si dovrebbe avere più rispetto verso il
pensiero altrui. Aldo Domenico Ficara , redattore di AetnaNet, conclude
il suo articolo dicendo, forse non siamo in un Paese normale.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it