
Da molto tempo, in sede politica come governativa, si parte dalla precondizione che non sarà possibile mettere a disposizione di questi impegni internazionali se non una manciata di milioni, diciamo un mezzo F-35, ma nulla di più. Ora però, di fronte allo scandalo dei prezzi gonfiati, di questa Salerno-Reggio Calabria militare, ci aspettiamo che dall'interno del Governo e del Parlamento si levino le stesse voci che reclamano al più presto una legge di riforma del settore cooperazione, e si trovino le risorse per dare credibilità internazionale al Paese anche facendo scelte coerenti con queste altre compatibilità che non sono semplicemente economiche ma etiche e dunque fondative dell'orizzonte verso il quale si vuole condurre la nazione.
Se si invoca l'Europa, infine, allora forse bisogna richiamare l'evidenza che l'intero continente non riesce a dare il suo contributo alla pace, pur avendo vinto un Nobel per questo, anche perché l'Italia ha cancellato la sua politica estera di cooperazione allo sviluppo verso molti Paesi dell'Africa sub sahariana, nei quali spesso gli interventi di lotta alla povertà a favore delle popolazioni rurali disinnescano vere e proprie bombe sociali a frammentazione.
I sistemi d'arma, dunque, non possono essere legibus soluti, in particolare quando la retroattività fiscale viene introdotta con la giustificazione dello stato di eccezione permanente. Se è possibile far pagare al contribuente tasse retroattive, allora è possibile rinegoziare i contratti militari, semplicemente seguendo la stessa logica. Coerenti sino in fondo.
Raffaele k. Salinari, Il Manifesto