- Abolizione della legge Gelmini
- Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti
- Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via Internet in formato digitale
- Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo
- Abolizione del valore legale dei titoli di studio
- Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica
- Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti
- Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri(obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)
- Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie
- Investimenti nella ricerca universitaria
- Insegnamento a distanza via Internet
- Integrazione Università/Aziende
- Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti
- Abolizione della legge Gelmini. Se si intendesse cancellare con un colpo di spugna il riordino dei cicli e tutte le norme derivate e susseguenti senza dire come e che cosa si intende sostituire a tutta l’impalcatura costruita in tutti questi anni si aprirebbe e una voragine normativa gigantesca che darebbe il colpo di grazia definitivo alla Pubblica Istruzione in Italia.
- Internet per tutti. Ci mancherebbe altro; su questo siamo tutti d’accordo a cominciare dal ministro Profumo che sulla tecnologia sta costruendo la sua ricetta. Ma trasformare le scuole e le università in un social network ad immagine e somiglianza del movimento M5S basterà per fare il miracolo di rilanciare l’istruzione e risolvere il dramma educativo che vivono le nuove generazioni?
- Libri digitali. Benissimo anche questo è uno dei cavalli di battaglia del ministro Profumo e non solo. Farà la felicità degli studenti e aggraverà il solco fra i docenti abituati al cartaceo e i giovani nativi digitali. Se prima la comunicazione era difficile tra educatori e discenti ora rischia di trovare una frattura da rift valley
- Inglese obbligatorio per tutti dall’asilo all’università. Bene; anche questo è uno dei cavalli di battaglia di Profumo che vuole adottare l’inglese in tutte le università italiane. A questo punto ci converrebbe chiedere l’annessione agli USA diventando il 51 Stato dell’Unione e la cosa è fatta.
- Abolizione del valore legale del titolo di studio. Bene; ma come la mettiamo con i sindacati della scuola che appena si tocca questo tasto sono pronti a scatenare una guerra sociale di proporzioni colossali? E come faranno i giovani senza il famoso pezzo di carta?
- Niente finanziamento alla scuola privata. Che fine fa la legge di parità di Berlinguer e tutta la filiera della scuola cattolica e della scuola laica comunale e privata? C’è da giurare che la Conferenza Episcopale difficilmente inghiottirà la pillola amara, e poi chi sopporterà i costi della platea che si sposterebbe dal privato al pubblico?
- Valutazioni dei docenti da parte degli studenti. Questo farebbe la felicità di milioni di studenti che si prenderebbero il gusto di dare la pagella ai propri professori ma certamente troverebbe tutta la casta docente solidale contro la proposta del guru.
- Gli immigrati devono imparare l’italiano gratuitamente. Questo per la verità è un punto programmatico di difficile interpretazione e potrebbe risultare anche scontato
- Lezioni universitarie via internet. Anche questo è un punto scontato e su cui concordare
- Ricerca universitaria da incentivare anche se non si dice da dove si dovrebbero prendere i fondi aggiuntivi in tempi di spending review
- Insegnamento a distanza via internet. Sembra una ripetizione del punto precedente e ribadisce la fede incondizionata di Grillo nelle nuove tecnologie che avrebbero del miracolistico
- Integrazione scuola lavoro. Bene; su questo punto sono contrari solo i puristi dell’ideologia dei centri sociali che vedono l’azienda come il fumo negli occhi.
- Accoglienza degli studenti. Bene. Anche qui bisogna dire come si potenziano tutti i servizi a favore degli studenti, dal buono libro all’alloggio.
Che dire?
Certamente non è un programma adatto a una forza di governo di un paese complesso e avanzato ancorché in crisi; ma è un vestito largo e di cartavelina che si adatta per un’armata di rottamatori e di vaffanculisti.